Intervento su aritmia cardiaca ad Asti tra pochi al mondo

Ablazione con accesso dal collo su paziente con destrocardia

(ANSA) - TORINO, 03 LUG - Un paziente di 51 anni di Torino è stato sottoposto con successo all'ospedale Cardinal Massaia di Asti a un intervento di quattro ore di correzione dell'aritmia cardiaca che, per livello di difficoltà, risulta ad oggi tra i pochissimi al mondo, per quanto noto alla letteratura scientifica. "Il quadro presentava tre diversi fattori di complessità - spiega Marco Scaglione, direttore della Struttura di Cardiologia, che ha eseguito l'intervento con la sua équipe -. Il primo riguarda l'assenza della vena cava inferiore a livello addominale, via d'accesso privilegiato per portare il catetere al cuore passando dalle gambe come avviene abitualmente, si è quindi deciso di utilizzare la vena giugulare nel collo". Altre due particolarità del paziente sono state la Destrocardia (rara anomalia congenita in cui il cuore si trova nella parte destra del torace invece che nella sinistra) e il Situs viscerum inversus, condizione in cui tutti gli organi interni sono disposti a specchio rispetto alla loro posizione normale. Una volta ottenuto accesso alle camere cardiache, la tortuosità del percorso avrebbe reso molto difficile se non impossibile effettuare l'ablazione. La fibrillazione atriale che da tempo affliggeva il paziente è stata quindi corretta grazie alla dotazione del centro dell'innovativa tecnica di elettroporazione, che utilizza impulsi elettrici ad alta intensità e brevissima durata per colpire selettivamente le cellule cardiache responsabili del battito irregolare. A differenza delle tecniche tradizionali (come la radiofrequenza o la crioablazione), non genera calore e non danneggia i tessuti sani circostanti e la forma del catetere ha permesso di raggiungere punti altrimenti non raggiungibili. L'uomo è stato dimesso ieri ed era stato inviato ad Asti da colleghi piemontesi in quanto centro di riferimento regionale e internazionale. La Cardiologia di Asti è tra le poche strutture italiane dotate della nuova tecnologia utilizzata, e in questo caso la prima ad averla utilizzata su un paziente con la complessità multifattoriale così descritta. (ANSA).

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