Gubitosi passa il testimone di Giffoni, 'vi guidi la poesia'

Fondatore Claudio affida la sua creatura a Jacopo e Luca Apolito

(dell'inviata Cinzia Conti) (ANSA) - GIFFONI VALLE PIANA, 26 LUG - "Il cielo grigio accompagna questa dolce melanconia". Sceglie parole poetiche Claudio Gubitosi per raccontare una delle giornate più surreali e incredibili della sua carriera. Lui che 55 anni fa ha inventato il Giffoni Film Fest, che come disse Francois Truffaut "di tutti i festival del cinema è il più necessario", lascia il testimone alla fine di un'edizione da record: 320 ospiti in dieci giorni con la tripletta d'eccezione Toni Servillo-Paolo Sorrentino-Tim Burton; 7 milioni di Facebook view; 16 milioni di Instagram view; 1,816 milioni di impressions da sito italiano e 255mila da sito inglese; 200 servizi sulle principali reti nazionali e locali; 533 articoli pubblicati sulle testate nazionali, regionali e locali; 3833 notizie che hanno riguardato siti web e agenzie. "Stamattina - dice - sono stato nelle sale a parlare, come di consueto, con i juror. Mi ha colpito un ragazzo della sezione Elements +10 che mi ha detto: direttore, non ci abbandonare. È arrivato il tempo giusto di lasciare la direzione, ma sono tranquillo e dovete esserlo anche voi. Il mio team, negli anni, è cresciuto moltissimo e ha tutte le competenze per portare avanti, con mani decise e capacità di visione, questa straordinaria storia italiana che ho inventato 55 anni fa. Non abbandonerò nessuno e oggi mi sento leggero". Gubitosi lascia la direzione con un presupposto non da poco: "Abbiamo contato, ma i dati non sono ancora definitivi, almeno 30mila persone al giorno. Questa felicità diffusa mi rende orgoglioso, mi spinge con ancora maggiore convincimento a credere che il mondo può e deve cambiare. Siamo il luogo dell'ascolto e chiunque sia passato da qui si è fatto contagiare dal tema di quest'anno, Becoming Human. Abbiamo raggiunto oltre 900 milioni di persone in tutto il mondo". Il testimone passa al figlio Jacopo Gubitosi, direttore generale, e a Luca Apolito, direttore artistico. "Sono sicuro - dice - che saranno in grado di gestire al meglio questa enorme mole di attività che si snodano durante l'intero arco dell'anno. Entro novembre Giffoni diventerà una Fondazione. Vi lascio un input: sacrifici, amore, occhi aperti, disponibilità nei confronti di tutti. E poesia, perché senza la poesia non si arriva da nessuna parte e non si può certamente salvaguardare l'unicità di questa splendida anomalia". "Lo sapevamo, - dice Jacopo Gubitosi - ma non si è mai pronti ad arrivare a questo. Abbiamo dedicato la nostra mattinata a incontri con i juror, abbracci e sorrisi, perché questa è sempre stata e sarà la nostra cifra. Quest'anno ho chiesto uno sforzo importante a tutti, perché abbiamo avuto un programma super ed era quello che i nostri ragazzi e le nostre ragazze volevano. Abbiamo gettato il cuore oltre l'ostacolo e vinto sfide difficili". Luca Apolito ha centrato il suo discorso sull'innamoramento, quasi un colpo di fulmine, che lega chiunque metta piede a Giffoni con un progetto che è molto più di un festival. "In 55 anni tante generazioni si sono raccontate in un flusso che è continuamente in trasformazione. Stiamo perennemente diventando umani, per citare il tema di questa edizione e non amiamo le critiche che vengono mosse alle giovani generazioni. Sono i testimoni del cambiamento, di un cambiamento che riguarda tutti noi, il mondo che ci circonda e che ci farà da guida per il futuro". Commosso Pietro Rinaldi, presidente dell'Ente autonomo Giffoni Experience: "Da giurato sono diventato presidente. Basta questo per farvi capire il mio legame con Giffoni, che è la casa per migliaia di giovani, ma anche per un team di grandi professionisti. Giffoni è identità, è cultura. È soprattutto un'idea che non morirà mai". (ANSA).

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi