Gianpi Tarantini 'la giustizia con me ha funzionato, ho imparato dai miei errori'

L'imprenditore che portava le escort al Cav: 'L'esperienza più bella? Aiutare i bisognosi'

(V.'Dalle escort a Berlusconi alla droga... delle 16.26) (ANSA) - BARI, 22 DIC - "La giustizia con me ha funzionato, ho imparato dai miei errori e ho cambiato completamente vita". Gianpaolo Tarantini, l'imprenditore barese condannato per aver portato le escort nella residenze private dell'allora premier Silvio Belrlusconi, da oggi è un uomo libero, dopo aver scontato l'ultima condanna con l'affidamento in prova ai servizi sociali. Ringrazia la mamma, "che mi è stata sempre vicino senza mai giudicarmi", il suo avvocato e anche la magistratura: "ho confessato i miei errori e ho deciso di collaborare", dice. Ma chiede anche scusa. "Mi dispiace per tutte le persone che sono state coinvolte nei miei processi, anche mediatici, e mi dispiace che alcune di loro, soprattutto alcune ragazze, siano state etichettate in un modo che non meritavano, con conseguenze personali e sociali". "Quando ero più giovane ero più incosciente, superficiale e pensavo che il fine giustificasse sempre i mezzi - dice -. Invece oggi penso, con maturità ed esperienza, che bisogna aver rispetto soprattutto degli altri". Buona parte delle condanne sono state scontate con affidamento in prova ai servizi sociali. "È stata l'esperienza più formativa, in particolare la raccolta di indumenti e cibo per i bisognosi: ho visto nei loro occhi la vera sofferenza e il sollievo di fronte alla consegna di un semplice litro di latte o di un abito anche usato. Questo mi ha colpito talmente tanto, che ho continuato a fare volontariato in maniera totalmente libera anche nei periodi in cui non scontavo condanne, mi hanno insegnato l'altra faccia della medaglia del mondo e i veri valori della vita". L'avvocato che lo ha difeso in questi 16 anni, Nicola Quaranta, si dice "soddisfatto professionalmente di aver assistito una persona gravata da numerosi procedimenti e processi giudiziari, difendendolo nel processo e non dal processo, soprattutto per l'esito della fase esecutiva della pena, che la Costituzione ha previsto per rieducare e non solo punire il reo. Tarantini - aggiunge il legale - è l'esempio del condannato che ha concretamente dimostrato resipiscenza, reinserendosi nel tessuto sociale anche grazie al positivo percorso di risocializzazione previsto dalle misure alternative che gli sono state di volta in volta concesse". (ANSA).

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