Eredità lady Gucci, 'ex amica controllava tutta la sua vita'

(ANSA) - MILANO, 30 SET - Da amica fidata ed ex compagna di cella a colei che, come assistente personale, è riuscita a prendere il "controllo assoluto" del patrimonio e delle "proprietà immobiliari" di Patrizia Reggiani, condannata in passato a 26 anni in qualità di mandante dell'omicidio del marito Maurizio Gucci ucciso nel '95 a colpi di pistola in via Palestro, a Milano. Così, nelle motivazioni da poco depositate, il Tribunale di Milano descrive la figura di Loredana Canò, 59 anni, condannata a 6 anni e 4 mesi di reclusione per circonvenzione di incapace e peculato, nel filone principale del processo sulla gestione dell'eredità milionaria lasciata a lady Gucci dalla madre Silvana Barbieri. Canò, come scrivono i giudici della settima penale (Gallina-Malatesta-Clemente), iniziò a condividere le "condizioni di agiatezza" di Reggiani, quando uscì dal carcere, andando a vivere con lei e poi assunse "via via", dopo la morte della madre, la qualità di suo "alter ego" e acquisì "il completo controllo" della sua vita. Canò, assieme a Marco Chiesa, all'epoca consulente finanziario di Barbieri e condannato a cinque anni e 8 mesi, e all'avvocato e amministratore di sostegno Daniele Pizzi che aveva già patteggiato 2 anni, riuscì a mettere in atto una "integrale sostituzione della rete familiare e sociale" di Reggiani, "con una seconda rete, assimilabile nelle sembianze ad un una vera e propria seconda 'famiglia'". L'ex amica, come si legge nella sentenza che ha accolto l'impianto accusatorio delle indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, dell'aggiunta Tiziana Siciliano e della pm Michela Bordieri, a causa "soprattutto dalla patologia psichica che l'affliggeva" non era "assolutamente in grado di porre in essere con sufficiente coscienza alcun atto di gestione patrimoniale". Il processo era scaturito dalle denunce delle figlie di Reggiani, Alessandra e Allegra. Per la Procura, infatti, Canò aveva convinto Reggiani "a fare la guerra alle figlie", installandosi a casa sua, villa Andreani, gestendo tutti i suoi rapporti con l'esterno e inducendola a far subentrare come suo amministratore di sostegno l'avvocato Pizzi. (ANSA).
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