Dragotto, 'su inchiesta notizie parziali, non sono indagato'

(ANSA) - PALERMO, 11 LUG - "Credo fermamente nel valore della giustizia. Mia moglie è indagata e quindi presunta innocente, ma in ogni caso saprà difendersi in Tribunale qualora rinviata a giudizio, ma coinvolgere con presunte illazioni e indistintamente il cognome Dragotto e la mia persona, oltre che la Sicily by Car lo ritengo, assolutamente, non conforme ad una corretta informazione". Lo afferma, in una lettera aperta, l'imprenditore Tommaso Dragotto, patron della Sicly by car, la cui moglie, Marcella Cannariato, è indagata nell'inchiesta della Procura di Palermo per corruzione e peculato assieme al presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno, e all'assessore regionale al Turismo, Elvira Amata. "Leggo chiaramente con particolare attenzione i servizi giornalistici che riguardano mia moglie - aggiunge - in cui frequentemente vengo coinvolto attraverso l'impiego di espressioni come 'lady Dragotto', 'coniugi Dragotto, 'i Dragotto così ingenerando l'impressione che io possa essere indagato". L'imprenditore dice di "non essere stato destinatario di alcun atto giudiziario, né risulto indagato per corruzione". "A testimonianza del carattere assolutamente parziale delle notizie riportate - osserva l'imprenditore - rilevo che alcune testate hanno riportato stralci di intercettazioni, secondo cui 'i Dragotto cercavano un ponte con il presidente del Senato perché vogliono entrare in tutti gli aeroporti italiani'. Una corretta informazione - sottolinea l'imprenditore - avrebbe imposto di rendere edotto il pubblico che la Sicily by Car è già da almeno 30 anni in tutti gli aeroporti nazionali, è nata nel 1963, con una sola auto in flotta, ed è riuscita a portare il nome della Sicilia oltre i confini regionali, in tutta Italia e adesso in Europa". "La Fondazione Dragotto, nata nel 2016 - precisa l'imprenditore - ha come obiettivo la promozione e la valorizzazione della Sicilia attraverso attività culturali e artistiche di utilità sociale come naturale emanazione dell'etica d'impresa del suo fondatore. Affermare pubblicamente, come riportato in alcuni articoli, che faccia beneficienza di facciata mi sembra quantomeno denigratorio oltre che non conforme al vero". (ANSA).
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