Dieci lungometraggi da 22 Paesi al Terraviva Film Festival

(ANSA) - BOLOGNA, 20 NOV - Con dieci lungometraggi e quattro cortometraggi provenienti da 22 Paesi, il Terraviva Film Festival, in programma a Bologna e Casalecchio di Reno dal 26 al 30 novembre, punta a essere spazio dedicato a mobilità, migrazione, accoglienza e libertà. Nato dall'Associazione Amici di Giana intorno al Premio Gianandrea Mutti, rivolto a giovani registi migranti, Terraviva invita a riflettere sul riconoscersi come individui e comunità, e sulle responsabilità verso presente e futuro. Il programma alterna proiezioni, incontri e masterclass, coinvolgendo in particolare gli studenti delle scuole superiori della città metropolitana. Accanto alla giuria del Premio Terraviva, presieduta quest'anno dallo scrittore Marcello Fois, gli studenti partecipano alla giuria Terraviva Studenti. Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito. Nelle precedenti cinque edizioni, sotto la direzione di Laura Traversi e Giampiero Judica, il festival ha accolto registi, attori, giornalisti e attivisti, anticipando spesso il successo internazionale di molte opere, tra cui 20 Days in Mariupol, Sugarcane, Dying to Divorce, Writing with Fire e Fremont. Il tema 2025, "Essere o non essere, umano", richiama l'urgenza di interrogarsi sulla crisi globale che deteriora rapporti umani, geopolitica e ambiente. L'obiettivo è stimolare soprattutto i giovani a un pensiero autonomo che rimetta al centro l'essere umano. Tra i film in programma quest'anno si segnalano Put Your Soul on Your Hand and Walk col quale Sepideh Farsi racconta la vita a Gaza durante i bombardamenti israeliani, catturata attraverso le videochiamate di Farsi con la giovane fotoreporter Fatima Hassona, prima che perdesse la vita a seguito di un attacco missilistico. Ma anche 2000 metri to Andriivka di Mstyslav Chernov, premio Oscar per 20 Days in Mariupol, nel quale un plotone ucraino affronta una traversata nella foresta per raggiungere un villaggio occupato. Il giornalista documenta il viaggio mentre osserva gli orrori del conflitto e la crescente incertezza sulla sua conclusione. (ANSA).
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