Coexistence, My Ass!,stand-up comedy su pace israelo-palestinese

Regista Amber Fares al Tff, non riesco a dirmi ottimista

(ANSA) - TORINO, 22 NOV - Nel titolo, 'Coexistence, my ass!' film documentario di Amber Fares in concorso al 43/mo Torino Film Festival e in sala con Wanted a gennaio-febbraio 2026, c'è tutto il dramma dell'impossibile convivenza tra Israele e Palestina. Girato nell'arco di cinque anni, il film segue la vita di Noam Shuster Eliassi, comica e attivista israeliana, mentre porta in giro il suo spettacolo. Figlia di madre ebrea iraniana e padre ebreo rumeno, Shuster Eliassi è cresciuta a 'Oasis of Peace' comunità utopica composta volutamente in parti uguali da ebrei e palestinesi, dove sarebbe diventata "la vera e propria testimonial del processo di pace israelo-palestinese" . Ma Noam resta presto delusa dal tradizionale attivismo pacifista. Si dedica così quindi alla stand-up comedy e attira rapidamente l'attenzione di tutto il Medio Oriente. Ma mentre la sua fama cresce, tutto intorno a lei va in pezzi e la sua satira è sempre più cruda e pungente spingendo il pubblico a confrontarsi con verità scomode. Dice a Torino la regista di 'Coexistence, My Ass!', già presentato in anteprima al Sundance dell'incontro con Noam: "L'ho incontrata in un bar di Brooklyn nell'autunno del 2019. Si era appena trasferita ad Harvard per una borsa di studio di un anno, dove stava sviluppando uno spettacolo comico chiamato Coexistence, My Ass! Lo spettacolo era in generale basato sulla sua vita, ma era più specificamente uno sguardo satirico a quella che Noam chiama 'l'industria della costruzione della pace'. Pensavo che la premessa fosse geniale, ma non avevo idea se Noam fosse davvero abbastanza divertente da riuscirci. Abbiamo deciso che sarebbe stato divertente realizzare un cortometraggio sulle sue esperienze e sui suoi tentativi di sfondare nel mondo della commedia statunitense. Inizialmente pensavo che sarebbe stato breve e che avremmo entrambi proseguito da lì". Ottimismo per futuro da parte della regista? "Difficile essere ottimisti quando vediamo le forze in gioco. Israele sta ancora attaccando entrambi, sia Gaza che il Libano, e quindi è molto difficile essere ottimisti. Tuttavia Noam dice spesso che la speranza è un lusso, ma anche perderla lo è. Penso che oggi il mondo sia più consapevole di ciò che sta accadendo ai palestinesi. E possiamo solo sperare che quel cambiamento, quei cambiamenti, siano possibili in qualche modo, ma comunque non riesco a dirmi ancora ottimista". (ANSA).

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