Ciclisti travolti e uccisi nel Barese, Avis chiede 'giustizia'

Nella cattedrale di Andria celebrati i funerali dei tre uomini

(ANSA) - ANDRIA, 08 AGO - Le magliette bianche con il logo dell'Avis stampato sul petto. I visi stretti in una morsa di dolore. Tra le mani uno striscione, dal fondo azzurro su cui ci sono tre cuori che si intersecano fra loro con i volti di tre amici che hanno intrecciato le loro vite grazie alla solidarietà e alla passione per la bici. E poi una scritta: "Tre vite spezzate. Il nostro silenzio grida giustizia". Sono i volontari dell'Avis di Andria che questa mattina hanno abbracciato per l'ultima volta, Sandro Abruzzese, Vincenzo Mantovani e Antonio Porro, i ciclisti travolti e uccisi domenica scorsa da un'auto mentre percorrevano la provinciale 231 in direzione sud, vicino a Terlizzi (Bari). Le loro famiglie hanno scelto di far celebrare un funerale unico, nella Cattedrale della città che è stata interdetta a telecamere, macchine fotografiche e taccuini. Nella sua omelia, don Mimmo Basile, vicario generale del vescovo di Andria, ha ricordato che "Sandro, Vincenzo e Antonio hanno saputo amare e sono stati amati, nella loro esistenza quotidiana, negli affetti familiari, nel loro lavoro, nella trama delle relazioni con gli altri". Il sacerdote ha evidenziato "l'impegno sociale, il volontariato disinteressato, il servizio generoso che ha segnato le loro vite. Lo slogan dell'Avis 'Il sangue non si versa, si dona' ci dà la speranza che il sangue versato sulla strada da Sandro, Vincenzo e Antonio sia, ancora una volta, un sangue donato, un seme che chiede di essere accolto perché porti frutto e germogli in vita che fiorisce - ha continuato - che risorge qui e ora". Poi la preghiera affinché "Dio possa consolare i loro cari e di dare consolazione nel dolore". In città è stato proclamato il lutto cittadino. (ANSA).

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