Cambia il lusso, la lezione di Annalisa Cavaleri

(di Antonella Brianda) (ANSA) - BAJA SARDINIA, 16 SET - "Un'emozione, un'esperienza autentica vissuta in maniera genuina, in cui è il tempo il lusso più grande". Annalisa Cavalieri, giornalista e docente allo Iulm di Milano, non ha dubbi: il concetto di lusso abbinato al mero costo elevato di un prodotto o di un servizio offerto, non è il vero lusso. Per scardinare questa idea fortemente radicata dello sfarzo come ostentazione, che cresce e si alimenta sui social, dove sono migliaia i video raffiguranti cene sontuose a base di cibi strani e pregiati che ogni giorno, specialmente in Sardegna e soprattutto d'estate, vengono postati e diffusi, Cavaleri ha riunito chef stellati Michelin e professionisti del settore, dal vino all'hotellerie, e insieme a loro ha messo le basi teoriche per "riportare il lusso al suo vero significato". Ha scelto la Gallura, terra che ospita la Costa Smeralda, e il 7Pines Resort Sardinia di Baja Sardinia, per la sua tappa in Sardegna degli eventi Luxury Food Talk, hub di riscrittura semantica del concetto di lusso. Da qui, Annalisa Cavaleri ha abbattuto lo stereotipo del lusso ostentato per arrivare invece ad una definizione che parla di "esperienze esclusive", fortemente radicate nel territorio. Un concetto che da tempo viene applicato nel resort cinque stelle di Baja Sardinia diretto da Vito Spalluto, che ha fatto del quite luxury il suo mantra, sia per quanto riguarda l'ospitalità che per il cibo proposto dagli chef Pasquale D'Ambrosio e Franco Pepe, che al 7Pines sono di casa con i loro piatti ricercati e legati alle loro origini ma anche alla Sardegna. "Ho identificato alcune parole chiave che definiscono i nuovi luxury food: identità, creatività, storia, tradizione, valorizzazione del territorio, etica, sostenibilità, plant based, experience, accoglienza, collaborazione con il mondo dell'arte e agli altri settori del lusso, apertura alle culture dal mondo. Più parole chiave si trovano in un prodotto, in un piatto, in un'attività di ristorazione, in un'esperienza e più siamo vicini al concetto di nuovo lusso, e anche alla costruzione di un brand solido e destinato a durare nel tempo", ha spiegato Cavaleri. "Il lusso deve essere ancorato al territorio, un lusso che non copia e non delocalizza, ma che nella ristorazione usa anche ingredienti umili per diventare tra le mani degli chef qualcosa di eccezionale e unico - ha chiarito la docente - Questo in molte imprese sarde del lusso avviene già, con chef che riescono a portare la Sardegna in giro per il mondo". (ANSA).
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