Un passo dal cielo, Marascalchi racconta il suo Paolino: «Lo troverete cambiato, incontrerà l’amore»

L’attore di Ponte nelle Alpi, 15 anni, protagonista anche della settima stagione della fiction. «Recitare mi piace, ma coltivo anche la passione per l’erboristeria». Stasera in prima serata Rai

Elena Grassi
Il 15enne Alvise Marascalchi, attore di Ponte nelle Alpi, confermato nel ruolo di Paolino a Un passo dal cielo
Il 15enne Alvise Marascalchi, attore di Ponte nelle Alpi, confermato nel ruolo di Paolino a Un passo dal cielo

È reduce dal red carpet del film “Le mie ragazze di carta” con Neri Marcorè e Andrea Pennacchi, presentato lunedì in anteprima al Bari International film festival, e da stasera alle 21.30 lo vedremo ogni giovedì su Rai1 nella seguitissima serie “Un passo dal cielo”, girata nella primavera scorsa tra le Dolomiti Bellunesi, da San Vito di Cadore a Passo Giau, da Misurina a Falzarego, da Auronzo alla Valparola.

Alvise Marascalchi, 15 anni, noto come la baby star di Ponte nelle Alpi (è stato protagonista bambino anche del film “Mamma o papà” come figlio di Paola Cortellesi), oggi studente al Liceo scientifico Galilei di Belluno, si sta godendo un momento di gloria agli albori della sua auspicata carriera nel mondo del cinema e delle fiction.

Alvise, tu sei stato anche nel cast della scorsa stagione di “Un passo dal cielo”, come è andata questa nuova esperienza?

«Mi sono divertito anche più dell’altra volta, perché ero più sicuro di me e ho ritrovato il feeling che avevo con gli attori già dallo scorso anno. Con Serena Iansiti, che nella serie è mia madre e che ha sempre la capacità di farmi stare bene, e con Enrico Ianniello, il commissario Nappi, suo innamorato, dalla grande simpatia».

Tu sei Paolino, lo scorso anno ne combinavi di tutti i colori per ostacolare il rapporto tra tua mamma e il commissario Nappi, quest’anno come andrà?

«Paolino è cambiato non è più contro il commissario Nappi, ma lo aiuta. E poi anche lui incontrerà l’amore, lo ritroverete cresciuto. Anche se Alvise assomiglia molto di più al Paolino pestifero, mi piace questa versione più matura del personaggio che, pur non essendo un guastafeste, ha mantenuto la sua simpatia e la sua vena ironica».

Quest’anno ci sono nel cast molti attori giovani, come ti sei trovato con loro?

«Durante le riprese in interni a Roma ho legato con Francesco Articci, noto tiktoker vicentino. Nella fiction siamo rivali in amore, ma fuori dalle scene è un amico. E poi lui mi insegnerà come fare ad essere popolare con i social».

Che effetto fa recitare tra le tue montagne?

«È sempre un bel momento per me. Era da tanto che non dormivo in Cadore e ho rivisto il mio vecchio asilo, è stata un’emozione».

Nel film “Le mie ragazze di carta” di Luca Lucini, girato a Treviso e presto nei cinema, che parte fai?

«Sono Tiberio, il figlio adolescente di Andrea Pennacchi e Maia Sansa, che negli anni Settanta si trasferisce dalla campagna alla città, entrando in una nuova vita. Qui ho provato l’ebbrezza di un tuffo nel passato, perché è stato il mio primo film in costume, ricordo che persino la biancheria intima doveva essere “vintage”: ma quello stile mi è piaciuto molto».

Come vivi questo momento di grande visibilità?

«Un po’ di pressione la sento, perché tutti mi chiedono “quando esce il film?”, “quando ti vedremo in tivù?”. È una cosa che devo ancora capire come prendere, però mi fa piacere. Per fortuna in quest’avventura sono sempre con me mia mamma, Monica Camuffo, che fa l’insegnante e mi aiuta a recuperare le lezioni che perdo quando sono sul set, e la mia agente Mira Topcieva, che mi sostiene e crede in me».

Da grande sogni di fare l’attore?

«Recitare mi piace, ma continuo a coltivare anche la mia passione per l’erboristeria, ho cominciato a creare creme curative con l’arnica e la calendula, le regalo ai vicini di casa e agli attori con cui lavoro. Mi sono fatto un piccolo orto vicino a casa e poi vado nel bosco a raccogliere le piante che mi servono per i miei esperimenti».

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