Prima e dopo il Vajont: il Fai riscopre Longarone

Il Fai rende omaggio a Longarone, nel 60esimo anniversario del Vajont. La delegazione bellunese, guidata da Adriano Barcelloni Corte, ha infatti deciso di dedicare le giornate primaverili del Fai alla riscoperta del paese di Longarone, quello ricco di storia di prima del Vajont e quello successivo, contemporaneo, che porta ancora sul suo territorio le ferite della tragedia e i progetti della rinascita.
«Accogliendo l’invito della delegazione di Pordenone del Fai – ha spiegato ieri Barcelloni Corte – che valorizzerà la “nuova Vajont”, i volontari del Fai, le guide di Longarone e gli studenti del Renier e del Tiziano porteranno sabato 25 e domenica 26 marzo i visitatori in tre luoghi significativi di Longarone, la chiesa monumentale del Michelucci, il settecentesco palazzo del municipio e i Murazzi, legati sia alla storia passata che a quella del 9 ottobre 1963”.

NUMERI E ORARI
Le giornate del Fai sono arrivate alla 31esima edizione a livello nazionale e alla decima a livello provinciale. Sono 15mila i volontari e altrettanti gli studenti, apprendisti Ciceroni, impegnati in tutta Italia nel fine settimana del 25 e 26 marzo in 750 luoghi di 400 città italiane. Nel Bellunese i volontari saranno 37 di cui 9 longaronesi, oltre a loro ci saranno 17 studenti. Le visite guidate alla chiesa di S. Maria Immacolata si svolgeranno sabato alle 9 alle 12.20 e dalle 14 alle 17.30; domenica dalle 9 alle 12.20 e dalle 14 alle 18.30. Il municipio di Longarone, palazzo Mazzolà, sarà aperto alle visite (gruppi di 15 persone) sia sabato che domenica dalle 9 alle 12.20 e dalle 14 alle 18.30. La visita ai Murazzi si svolge totalmente all’aperto ed è sconsigliata alle persone che hanno difficoltà a percorrere un discreto dislivello. I gruppi saranno formati al banco Fai davanti alla chiesa monumentale. I turni di visita, sia il sabato che la domenica, partiranno ogni 60 minuti, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17 per un massimo di trenta persone per gruppo. Il delegato del Fai invita a non affollarsi a Longarone la domenica pomeriggio, c’è il rischio che non si riesca a rientrare nei gruppi.

GLI ORGANIZZATORI
Accanto alla delegazione Fai, c’è la presenza del Comune di Longarone, dove la proposta del Fondo per l’ambiente italiano è stata accolta con molto favore. Ieri alla presentazione delle due giornate c’erano l’assessore Elena De Bona e la consigliera comunale con delega alla cultura Anna Olivier. “Longarone non è solo Vajont – ha spiegato la consigliera – c’è una storia che è doveroso ricordare, raccontata dai luoghi che non sono stati spazzati via dall’onda”. “Nel corso delle due giornate – ha aggiunto De Bona – saranno aperti i musei del territorio, quello sul Vajont e quelli degli scalpellini e degli zattieri, che avranno un prezzo di ingresso ridotto”.
I LUOGHI
La chiesa monumentale del Michelucci è il primo esempio di architettura contemporanea che viene proposto nelle giornate bellunesi del Fai. E’ un edificio simbolo per la comunità di Longarone e per tutto il Bellunese, come ha spiegato Simone Osta del Fai. Le visite guidate di sabato e domenica serviranno anche a districare i dubbi sull’opera e sul suo significato che permangono ancora a distanza di 40 anni dalla consacrazione. Palazzo Mazzolà, il municipio, è la casa dei longaronesi. La notte del 9 ottobre 1963 l’onda del Vajont arrivò a lambire l’edificio, danneggiandone le gradinate. E’ l’unico edificio di pregio storico – architettonico che si è salvato dall’immane distruzione. E’ un palazzo settecentesco, costruito dalla famiglia Mazzolà che era giunta a Longarone per curare i boschi che aveva preso in affitto. I Murazzi sono colossali gradoni di pietra, che si vedono poco dall’Alemagna per chi passa veloce diretto a Cortina ma che sono nella storia e nel cuore dei longaronesi. Costruiti nel 1500 e alti tra i dieci e i dodici metri per salvare il paese dalle frane e per creare dei terreni coltivabili, mantengono ancora oggi la funzione di orti urbani.
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