Moravia e la questione nucleare: l’ossessione che diventa narrativa

Un doppio appuntamento con Alessandra Grandelis per riflettere sul tema. «La letteratura il punto di partenza per parlare dell’oggi», dice la ricercatrice
Ivan Ferigo

Un doppio appuntamento letterario per riflettere sulla questione nucleare. A partire dai testi di Alberto Moravia, dialogando con Alessandra Grandelis. Domani alle 18. 30 alla Libreria degli Eddini – Mondadori in via Mezzaterra a Belluno le sabato mattina alle 9.30 a “La Serra” a Frontin di Trichiana, protagonista sarà la scrittrice bellunese.

«Sono una docente a contratto dell’Università di Padova e mi occupo di letteratura italiana contemporanea», si presenta Alessandra Grandelis. «Da anni per Bompiani mi dedico all’opera di Alberto Moravia. Sono responsabile scientifica del Fondo Alberto Moravia di Roma e faccio parte del consiglio di amministrazione. Mi sono occupata delle lettere, degli scritti d’arte, delle poesie, degli articoli americani. Tra le nuove curatele, c’è anche “L’inverno nucleare”. Un progetto che in verità era previsto per il futuro. L’attualità mi ha chiamato a concretizzarlo prima».

Un’edizione in uscita il 26 ottobre: la presentazione alla Libreria degli Eddini è quindi un’anteprima. «Il libro, del 1986, ripropone diversi scritti degli anni ’80 che Moravia dedica alla questione nucleare», spiega Grandelis. «Questa nuova edizione è arricchita dagli interventi dell’autore al Parlamento Europeo, da due inediti che ho rintracciato tra le sue carte, e da un racconto che si lega per alcune corrispondenze ai saggi de “L’inverno nucleare”: “C’è una bomba N anche per le formiche”. Mi è sembrato utile inserire anche questo racconto per mostrare come il tema del pericolo atomico fosse per Moravia una vera ossessione, che ha trovato cittadinanza non solo nella saggistica, ma anche nella narrativa».

Che incontro sarà, quindi? «La letteratura», stuzzica Grandelis, «sarà il punto di partenza per confrontarsi sulla minaccia nucleare, oggi più che mai presente nell’immaginario collettivo. Una minaccia che riguarda tutti e ci fa rimanere paradossalmente molto silenziosi. Sarà l’occasione per rompere, almeno un poco, questo silenzio, e anche per riflettere sul rapporto tra letteratura e scienza e sulla forza indocile dei testi letterari».

Si proseguirà su questa linea anche sabato mattina a “La Serra”. «Ci siederemo attorno ad un tavolo», dichiara la curatrice, «e riprenderemo questo argomento, sempre per discuterne insieme». Anche in quest’occasione si partirà dai testi de “L’inverno nucleare”: «Magari leggerò alcuni frammenti: potrà diventare fondamentale per la discussione. La letteratura non dà risposte, fa proliferare i dubbi. Restituisce la realtà in modo complesso e senza comode semplificazioni».

Un concetto che Grandelis rimarca: «Vorrei sottolineare come la letteratura fa da collante tra le persone, essendo qualcosa che riguarda il nostro immaginario. In questo caso, andiamo ad affrontare un tema che è stato al centro delle riflessioni di molti scrittori dopo lo sgancio delle bombe su Hiroshima e Nagasaki: uno spartiacque nella storia dell’umanità. Non sarà la solita presentazione: bevendoci un tè o un caffè, tutti insieme, attorno ad un tavolo, le parole diventeranno il pane da spezzare collettivamente».

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