Marmolada, prima assoluta in libera per una giovane alpinista

ROCCA PIETORE. L'impresa sulla via "Attraverso il Pesce" sulla parete sud della Marmolada porta Federica Mingolla nel gotha dell'alpinismo. Torinese di 21 anni, 56 chili, un metro e 68 centimetri di altezza, un fascio di muscoli e spalle robuste. Sono le caratteristiche dell’alpinista che domenica scorsa ha messo il suo nome sulla prima ascensione femminile assoluta in libera e in giornata della via "Attraverso il Pesce" in Marmolada.
Una classica estrema delle Dolomiti, aperta nell'agosto del 1981 in 35 ore da Igor Koller e Jundro Sust, usando 65 chiodi, oltre a stopper, cliffhanger, hexentric e friends. Conosciuta anche con il nome tedesco "Weg durch den Fisch", essa caratterizza la parete Sud della Marmolada. Una parete verticale, levigata e repulsiva, percorribile in arrampicata libera, su difficoltà estreme, superiori al 7° grado.
La via "Attraverso il Pesce" si propone come una delle più difficili vie in roccia esistenti, già in artificiale. Per questo motivo la libera è considerata estrema. Fino ad ora nessuna donna aveva tentato l'ascensione in libera, senza l'uso di artificiali, nonché da capocordata.
A Federica Mingolla sono bastate 18 ore e 27 minuti per scalare da capo-cordata e in libera i 900 metri di parete verticale che sovrasta la Val Ombretta. Partita alle 5.22 di domenica mattina dalla base della parete, Federica è stata accompagnata durante la scalata da Roberto Conti, alpinista bresciano classe 1989, che le ha fatto da secondo di cordata. I 32 tiri della via sono stati saliti interamente in arrampicata libera. Dopo aver superato tutti i tratti più difficili ed impegnativi, la Mingolla è purtroppo scivolata su un passaggio di grado 6c. Questa piccola sbavatura non le ha permesso di dichiarare di aver compiuto l'intera ascensione a vista, oltre che in libera.
Molto impegnativo è stato il tratto finale, attraverso una serie di camini poco compatti, bagnati e in parte ghiacciati, che la cordata ha comunque superato senza ricorrere all'artificiale. L'uscita dalla via è avvenuta alle 23.49, dopo 18 ore e 27 minuti di scalata. La cordata, dopo aver scalato le ultime 3 ore circa con la torcia frontale, ha bivaccato a Punta Rocca perché l'oscurità non permetteva una discesa sicura sul ghiacciaio. «Nei primi tiri lunghi, da 40 metri - ha detto Federica Mingolla - siamo stati bravi e veloci sia nella progressione che nell'individuare le soste. Un ovvio rallentamento è avvenuto sui tiri successivi e siamo arrivati nella nicchia del Pesce verso le 13, con un'ora di ritardo sul nostro programma di marcia. Un tempo che però è stato recuperato nei tiri successivi, che sono anche i più duri della via, e che abbiamo percorso stando nelle tre ore circa. Alle 17 eravamo in cengia. Molto difficoltosa è stata l'ultima parte. Nonostante il grado, relativamente semplice ma pur sempre da proteggere, la roccia era bagnata, non compatta e a volte ghiacciata, le soste difficili da individuare».
Per Federica Mingolla (studentessa di scienze motorie a Torino) non è la prima volta che il suo nome viene legato alle imprese alpinistiche. È stata infatti la prima donna italiana (e la terza al mondo) salita in libera su Tom et Je Ris (8b+ di 60 metri) nelle Gole del Verdon in Francia e la prima italiana e seconda al mondo a vincere il Digital Crack (8a) sul massiccio del Monte Bianco. Inoltre è stata la prima donna al mondo ad aver scalato una parete verticale molto difficile in Val dell'Orco di grado 8b.
Gianni Santomaso
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