L’obiettivo di “Oltre le vette” sulla gente di montagna

BELLUNO
Nastro tagliato per la 22ª edizione di “Oltre le vette – Metafore, uomini, luoghi della montagna”. La rassegna del Comune di Belluno, organizzata dalla Fondazione teatri delle Dolomiti, sempre più si sta abituando alla nuova veste narrativa più incentrata su chi vive o ha vissuto la montagna rispetto al racconto della montagna tout court e le storie di avventurieri solitari. «La montagna, nell’ormai lunga storia di Oltre le vette, è diventata una protagonista apparente della rassegna», spiega il direttore artistico Flavio Faoro, «oggi il focus delle mostre e degli eventi riguarda le comunità che vivono la montagna, la loro storia e il loro futuro».
Come prima tappa di questa nuova edizione, a palazzo Crepadona sono state inaugurate la mostra The depth of the Mountain Landscape – an agricultural perspective (La profondità del paesaggio montano – una prospettiva agricola), organizzata in collaborazione con la Convenzione delle Alpi e la Convenzione dei Carpazi, e Borghi dimenticati – Viaggio in luoghi abbandonati della montagna veneta, a cura del Gruppo fotografico del Cai di Mestre, uno sguardo curioso sui tanti segni del passaggio dell’uomo in montagna lasciati a sé stessi e riconquistati in parte dalla natura.
«Sembra di vedere i fantasmi delle persone che abitarono quei luoghi», spiega Faoro, «mentre nella mostra dedicata al paesaggio montano e alla prospettiva agricola vediamo il contrasto perfettamente conciliabile tra l’alpinismo, così deliziosamente inutile ma importante, e la durezza del lavoro in montagna, tanto reale quando duro e difficile».
«Oltre a una riflessione su quello che è stata la vita in montagna», spiega l’assessore alla cultura Marco Perale, «Oltre le vette ci spinge a gettare uno sguardo anche su quello che è e quello che potrà essere in futuro. Per questo è una rassegna nello spazio, ma anche nel tempo, come dimostra l’esposizione studi di nudi femminili “Visioni tra le rocce – Georges-Louis Arlaud e Marcel Meys”, inaugurata a palazzo Fulcis e realizzata in collaborazione con il museo nazionale della montagna di Torino». Le bellezze ritratte dai fotografi svizzero e francese si rifanno alla bellezza mitica di ninfe e anguane, ritrovata nel corpo delle ragazze di montagna immortalate nell’ambiente alpino.
Il futuro della montagna, infine, viene rappresentato dalla quarta mostra bellunese, che si aprirà oggi alle 17 al chiostro dei Serviti in Piazzo Santo Stefano dal titolo Constructive Alps e che proporrà una rassegna dei più recenti progetti internazionali per costruire sulle Alpi.
«È un’edizione ricca di eventi e di mostre molto affascinanti», ha commentato Renzo Poloni, presidente della Fondazione teatri, «l’anno scorso abbiamo registrato oltre tremila visitatori ben distribuiti tra i tanti eventi, numeri importanti per una rassegna che è un biglietto da visita meraviglioso per Belluno e che speriamo vivamente di poter eguagliare se non superare quest’anno».
Antonio Andrich, direttore del Parco nazionale Dolomiti bellunesi, ha sottolineato come l’unione vista quest’anno tra Oltre le vette e il 25esimo compleanno del Parco sia particolarmente ben riuscita, dando spazio all’idea di una collaborazione stabile anche per il futuro. —
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