Le Scatole di Natale, per "scaldare" anche chi non ha possibilità
AURONZO
Dal caffè, al pane, alla spesa sospesa è un attimo. Ma Natale è alle porte e con esso la voglia di donare non solo beni di prima necessità, ma anche pensieri di vicinanza a chi un regalo non è abituato a riceverlo, o non se lo può permettere. Difficile ricostruire la maternità dell’iniziativa “Scatole di Natale” che in poche settimane si è moltiplicata anche in Italia con decine di eventi, account e pagine social. A Belluno il coordinamento del progetto è stato preso in mano dalle “Dolomitike”, le organizzatrici dell’omonima manifestazione che da due anni, tra agosto e settembre, colora di tanti piccoli eventi rosa le montagne bellunesi. È bastato contattare una ragazza di Aosta che aveva copiato il format francese e tradurlo non solo in italiano, ma anche in bellunese.
Per confezionare una scatola di natale ci vuole un contenitore, una cosa che scalda (come un cappello, una sciarpa, un paio di guanti), un passatempo, un prodotto per la cura del corpo e un biglietto gentile. Niente di fragile, tagliente o a rischio deperimento, e se usato che almeno sia in buone condizioni. Dopodiché è sufficiente incartare il tutto e indicare all’esterno il destinatario, o la destinataria e consegnarlo nei punti di raccolta ufficiali entro il 20 dicembre.
A dare una mano sul lato trevigiano del progetto c’è l’associazione “Up – I sogni fuori dal cassetto”, che sta facendo quello che le “dolomitiche” si sono prese l’onere di propagandare in provincia di Belluno. L’iniziativa è nata un paio di settimane fa ed è già stata abbracciata da molti privati e associazioni sparsi su tutto il territorio, con il supporto operativo iniziale anche del Csv di Belluno.
Al momento sono state individuate due associazioni destinatarie, “BellunoDonna” da una parte e Jabar dall’altra, che si occuperanno dello smistamento dei beni offerti da una parte alle donne vittime di violenza e ai loro figli, dall’altra alle persone recluse nella casa circondariale di Baldenich e alle loro famiglie. L’adesione è aperta, sia per diffondere la bella iniziativa sia per offrirsi come punto di raccolta: nel frattempo si sono già fatte avanti alcune scuole dell’alto Bellunese.
Al momento i doni solidali si possono consegnare alle farmacie Dolomiti di Belluno, Trichiana, Lozzo e Lorenzago, a casa di Giulia Alfarè (previo contatto via Facebook) e all’Ecopoint Dolomiti di Auronzo. Sono invitati a partecipare anche i Comuni, potendo mettere a disposizione altri spazi per la selezione delle scatole ricevute. In un anno che ce l’ha messa tutta per spegnerlo, è un modo come un altro per riaccendere lo spirito delle feste e riscoprire la mutualità, in un periodo così difficile e faticoso per tutti. —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi