Le conferenze di Aikema su un grande pittore tra Veneto e Europa

CORTINAGli studiosi di pittura lo chiamano “Dalpontiana methodus” ed è un sistema lanciato nel tardo Rinascimento da Jacopo Dal Ponte e dai suoi figli nella grande bottega di famiglia a Bassano del...

CORTINA

Gli studiosi di pittura lo chiamano “Dalpontiana methodus” ed è un sistema lanciato nel tardo Rinascimento da Jacopo Dal Ponte e dai suoi figli nella grande bottega di famiglia a Bassano del Grappa. Si tratta in pratica di una combinazione di invenzione individuale, intesa come capacità creativa dell’artista, e maniera collettiva, ovvero l’insieme delle caratteristiche tecnico-formali da lui impiegate, costituenti una sorta di “marchio di fabbrica”, quella che Filippo Baldinucci definiva nel 1681 “forma d’operare de’Pittori”.

Tale sistema era sotteso da una formula pittorica assolutamente innovativa in Italia, con la creazione di opere dal formato piuttosto ridotto, raffiguranti ampi paesaggi popolati da piccole figure di aspetto “popolano”, per niente corrispondenti alla vigente norma classicheggiante. Forse per l’eclettismo o la contaminazione che le caratterizzano, queste opere non sono mai state prese in grande considerazione dalla critica. Ma che sia stato fatto loro un ingiusto torto lo ha spiegato Bernard Aikema nella conferenza intitolata “Bassano e la Dalpontiana methodus – Un grande pittore dimenticato tra Veneto ed Europa” tenutasi a Cortina nel contesto della rassegna “Estate Tizianesca 2018”.

L’opera dalpontiana, in mille varianti e copie, ha avuto infatti un immenso successo anche fuori Italia e non solo in termini collezionistici, ma anche come fonte d’ispirazione primaria per alcuni dei pittori e delle correnti pittoriche europee più importanti del Seicento e del primo Settecento. Illustrando il sistema adottato da Jacopo da Ponte e dalla sua bottega, Aikema ha idealmente completato il ritratto del pittore bassanese da lui iniziato nella Sala della Magnifica Comunità con la conferenza del 19 agosto intitolata “Jacopo Bassano. Naturalismo e religione nel 500”. —

W.M.



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