L’arte di Guglielmo Talamini risplende in Cadore e ad Asolo

La rassegna è ospitata all’ultimo piano del palazzo della Magnifica In visione le tele che raccontano la vita rurale della terra natia e i celebri ritratti

PIEVE DI CADORE

«Il Cadore non ha solo Tiziano». Con queste parole, Renzo Bortolot, presidente della Magnifica Comunità, ha tagliato domenica il nastro inaugurale della sezione cadorina della mostra “Guglielmo Talamini, 1918 – 2018: le origini, l’arte, la solitudine tra le Dolomiti e Asolo”, che celebra il centenario di uno dei pittori veneti più rappresentativi del secolo scorso. La sezione asolana dell’esposizione, complementare a quella inaugurata a Pieve, era stata aperta sabato.

Allestita all’ultimo piano della Magnifica Comunità, la mostra è stata aperta con una cerimonia che si è svolta tra la sala consiliare del municipio di Pieve e la sede della mostra.

L’esposizione è il punto di partenza del percorso artistico e turistico che la Magnifica Comunità di Cadore e il Museo civico di Asolo hanno costruito insieme e dedicato ai cento anni dalla scomparsa del pittore Guglielmo Talamini. L’artista cadorino, vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento è considerato il pioniere di una nuova forma d’arte veneta, che vede l’inserimento di nuove forme pittoriche e lo stravolgere degli antichi valori classici, anche se, come è stato affermato dal direttore della rete museale Matteo Da Deppo, almeno il dipinto di Talamini la “Vendemmia asolana” potrebbe rappresentare una linea di congiunzione con l’arte di Tiziano Vecellio.

L’esposizione cadorina è incentrata sulla riscoperta delle origini cadorine e montane del pittore. Egli è testimone e narratore dei paesaggi e dei volti della gente cadorina della fine dell’Ottocento e dell’inizio del Novecento e l’esposizione di Pieve permetterà al visitatore di conoscere i volti e gli spaccati di vita rurale di quel tempo, in un’analisi completa dell’opera di ricerca sul paesaggio delle Dolomiti venete.

Talamini racconta la sua terra natia, i paesaggi e soprattutto le genti, indagando sui volti segnati dal tempo e dai sentimenti; i suoi ritratti sono particolarmente intensi, in essi riesce a cogliere le sfumature degli sguardi e a intravvedere i pensieri di cui gli occhi sono specchio.

La mostra si sviluppa su due tematiche: “Il Cadore, la famiglia, la sua gente” e “Il paesaggio dolomitico”. Un’identica attenzione Talamini l’ha avuta nei confronti del paesaggio asolano, che ha dimostrato di amare.

«Nei ritratti di Talamini», spiega Massimo De Grassi, curatore della biografia dell’artista e del catalogo della mostra, «è vivo il senso di libertà che ha sempre permeato l’artista: in essi sperimentò diverse tecniche, rivelando una straordinaria bravura in particolare con il pastello. Anche le vedute delle sue montagne, realizzate in modo seriale nelle diverse stagioni, possono essere interpretate un “ritratto” del paesaggio».

Oltre alle esposizioni di Asolo e Pieve, gli studiosi potranno visitare la seicentesca casa della famiglia Talamini, dove il pittore nacque e che l’amministrazione comunale di Vodo intende considerare, insieme ai dipinti in suo possesso, un altro polo espositivo.

Orari di apertura della mostra di Pieve di Cadore: tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. —



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