L’anima legata della limanese Giorgia Zagra ispirata da Ludovico Einaudi e dall’Uganda
La musicista ha pubblicato il suo singolo d’esordio “Bounded soul”: «Un pezzo dedicato alle persone che ho aiutato»

Si traduce in note di pianoforte l’“anima legata” di Giorgia Zagra. Ispirata dalla musica di Ludovico Einaudi e da un’esperienza in missione in Uganda, la 20enne limanese ha pubblicato il 1° dicembre il suo singolo d’esordio “Bonded soul”. Il brano è disponibile su tutte le piattaforme di streaming, da Spotify a Youtube. «La musica ha sempre fatto parte della mia famiglia. Ho cominciato a suonare a 11 anni con l’indirizzo musicale della scuola media di Limana: ho studiato pianoforte, con insegnanti che mi hanno trasmesso veramente tanto», racconta Giorgia. «Poi ho sempre continuato da sola. Nella musica classica non mi ci vedevo, non ci trovavo quello che volevo comunicare. Mi trovo più negli stili neoclassico, contemporaneo, new age. Ho imparato a suonare anche altri strumenti: la chitarra, l’ukulele, la kalimba».
Il percorso musicale di Giorgia prosegue quindi da autodidatta. Suonando pezzi più consoni al suo sentire. Con un musicista modello: «Ludovico Einaudi. Sono cresciuta con la sua musica, l’ho suonata per studiare, imparando le velocità, come usare le note, come creare le melodie. È il mio esempio più grande. Un giorno vorrei riuscire a trasmettere le emozioni come fa lui».
Il tutto con l’intento di arrivare un giorno a comporre un brano suo. Poi, tra fine luglio e metà agosto, tre settimane in missione nel villaggio di Rwentobo. «Ho sempre avuto paura di scrivere un mio pezzo, perché mi vedevo piccolina, mi dicevo “non ce la farò mai”. Però, partendo per l'Africa, lì mi sono messa in gioco. Lì mi sono resa conto che dovevo provare. E quando sono tornata in Italia, mentre suonavo i miei soliti brani, mi è venuto da improvvisare. Infatti all’inizio del pezzo si sente una nota un po’ malinconica, e poi qualcosa che rimane quasi in sospeso. Perché sento che in Africa ho lasciato qualcosa in sospeso».
“Bonded soul” nasce quindi ripensando a quest’esperienza di crescita. «È come se la mia anima fosse ancora legata lì. Questa canzone la dedico a tutte quelle persone laggiù che ho aiutato e tuttora sento. Loro dentro di me hanno lasciato tantissime emozioni, che ho voluto mettere in questo brano per poterle lasciare a chi le ascolta».
Un vissuto che è divenuto note, colori, un alternarsi di velocità. «Ci sono stati giorni in cui non sapevo come comportarmi, perché era un’esperienza cruda e tosta. Altri in cui non volevo mai tornare a casa. Giorni in cui ero al 100% e correvo da un villaggio all'altro per dare una mano, e giorni in cui nella mia stanzina dicevo “ma io in Italia ho tutto, qui non hanno niente”, e mi soffermavo nel letto a pensare. Per questo nel brano ci sono passaggi più veloci e passaggi più lenti, proprio perché ho vissuto tante emozioni diverse».
Così Giorgia vuole spronare i giovani «a credere in loro e provarci». Questo singolo non è che il primo passo. «Ho in progetto assolutamente di farne altri», immagina la pianista. «Mi piacerebbe fare un album intero sempre su questo stile. E magari in futuro anche usare la chitarra e la voce, perché vorrei spingermi ancora più oltre. Non ho mai cantato in pubblico, però un domani potrei pure farlo. Adesso sto già scrivendo altri due pezzi. Uno è quasi completo, all'altro ci sto lavorando. Quindi l’obiettivo è non dico cominciare una carriera, però, se ci si riesce, far diventare la musica il centro della mia vita».
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