La webcam dell’Auronzo è la più cliccata in Italia

Nata nel 2013 da un’idea di Mario Fiorentini del “Città di Fiume”, l’iniziativa oggi coinvolge seicento strutture montane



La promozione turistica della montagna bellunese passa anche attraverso le webcam installate nei rifugi. Lo certificano i numeri del progetto rifuginrete.com che per il 2018 ha relegato al primo posto della speciale classifica su scala nazionale il rifugio Auronzo alle Tre Cime di Lavaredo, con un milione e settecentoventimila visite. Scende al secondo posto la webcam installata al rifugio Lagazuoi che “guarda” verso il Pelmo, fermatasi a quota un milione e cinquecentoventimila visite. Sul gradino più basso di un ipotetico podio si è invece piazzata una delle quattro webcam di cui è dotato il rifugio Città di Fiume a Borca.

Proprio il rifugio Città di Fiume riveste un ruolo chiave nel progetto delle webcam ospitate sul portale www.rifuginrete.com. Il suo gestore, il padovano Mario Fiorentini, ne è infatti l’ideatore. «Nel 2013 lanciai in collaborazione con l’università di Padova una sperimentazione a quel tempo ritenuta all’avanguardia. Dotai il rifugio di quattro webcam. In poco tempo abbiamo ottenuto riscontri incredibili. Il turista, oggi, prima di muoversi controlla sempre le webcam, di un rifugio o di una località. E quando nevica le visite si impennano».

La sperimentazione del Città di Fiume divenne presto un must, tanto che in tutta Italia oggi si contano oltre seicento strutture aderenti al progetto Rifuginrete. Di queste 32 si trovano sul territorio bellunese. «Ognuna delle webcam installate ha una storia diversa dall’altra», racconta Mario Fiorentini, «tanto per cominciare ognuna opera con un proprio sistema, perché in alta quota ci sono situazioni complesse con cui fare i conti, come ad esempio la mancanza di luce. Ci sono rifugi come l’Auronzo alle Tre Cime oppure il Chiggiato e il Carestiato che si alimentano con speciali batterie collegate ad un router, ci sono poi progetti più complessi come il Galassi o addirittura il Falier, che pescano energia elettrica da pannelli fotovoltaici. Anche intervenire in caso di malfunzionamenti, in base alla dislocazione geografica del rifugio, modifica i piani».

La recente ondata di maltempo ha creato grossi problemi ai rifugi, mettendo in alcuni casi ko il sistema di webcam: «Quella del Falier a Rocca Pietore attualmente non funziona, perché danneggiata dal maltempo. Non siamo ancora stati in grado di salire in quota per rimettere in piedi le antenne piegate da Vaia»

Tornando ai numeri, la “classifica” del 2018 ha fatto registrare un cambio al vertice accolto con un pizzico di sorpresa, perché la webcam tra quelle riguardanti il progetto Rifuginrete che storicamente fa la parte del leone è una di quelle installate al rifugio Lagazuoi. Nel 2017 aveva chiuso al primo posto con un 1,8 milioni ed di visite, relegando al secondo posto il rifugio Auronzo alle Tre Cime con un milione e 650mila visite. Terzo posto per la seconda delle webcam installate al Lagazuoi, con un milione e 620mila visite. «A determinare l’elevato numero di visite sono le condivisioni», spiega Fiorentini, «l’immagine di una webcam, infatti, viene sempre più utilizzata da soggetti preposti alla promozione turistica e questo non fa che amplificare il numero di visualizzazioni. Penso a quanto avviene ad Auronzo, dove la condivisione strutturata porta benefici non solo al rifugio Auronzo ma anche al Col de Varda, che sfiora il milione di visualizzazioni, o al monte Agudo, dove le visite registrare nel 2018 sono circa 800 mila». —

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