La vicenda Matteotti a teatro con il monologo civile di Donadoni

Lo spettacolo in scena sabato al Comunale fa parte della rassegna “Belluno miraggi” ed è basato su documenti storici.

Le vicende politiche e umane sono accompagnate dalla musica di Katerina Haidukova

Ivan Ferigo
Maurizio Donadoni in “Matteotti medley” (foto Federico Buscarino)
Maurizio Donadoni in “Matteotti medley” (foto Federico Buscarino)

Un documentario teatral-civile in ricordo di Giacomo Matteotti. È questo, in estrema sintesi, “Matteotti medley”, quarto appuntamento di Belluno Miraggi, in programma sabato alle 21 al Teatro Comunale. Lo spettacolo prodotto dal Teatro de Gli Incamminati vede in scena Maurizio Donadoni, autore e attore nonché curatore del progetto, accompagnato dalle musiche eseguite dal vivo da Katerina Haidukova, per la regia di Paolo Bignamini. Un evento che apre una nuova sinergia tra SlowMachine e l’Associazione Culturale Tina Merlin, che ha collaborato all’organizzazione dello stesso.

Cinque capitoli di un viaggio a ritroso nella vicenda storica, politica, umana del deputato socialista, aprendo uno squarcio sull’Italia dell’epoca. Un Paese fatto di ingenuo consenso popolare, di bambini che offrivano al Duce i loro temi sgrammaticati, di canzonette patriottiche e manganellate omicide. Di corruzione e affari sporchi, e insieme di entusiasmi giovanili e sincero amore per la patria. Su questo sfondo si delinea potente la figura di un uomo dall’aspetto gentile e dal carattere inflessibile, la cui condotta non deviò mai dalla difesa ad oltranza della democrazia.

Un Giacomo Matteotti poco più che ventenne disse a dei coetanei: «Ogni epoca ha avuto i suoi martiri, le sue vittime, gli inutili eroi che col loro sacrificio hanno aperto gli occhi e la strada agli altri». Circa vent’anni dopo, il 10 giugno 1924, in un martedì di sole cocente, a Roma, sul lungotevere Arnaldo da Brescia, quel “ragazzo” veniva rapito e ucciso da un gruppo di “arditi” del fascio milanese. Una squadraccia della cosiddetta “Ceka fascista”, organismo segreto, ma neppure tanto, voluto da Mussolini per mettere a tacere gli oppositori. L’assassinio fu uno snodo fondamentale nell’affermazione del regime totalitario. Per qualche tempo, in seguito a quel delitto, il fascismo sembrò sul punto di “sfasciarsi”. L’occasione, com’è noto, fu persa dalle opposizioni che, ritiratesi dal Parlamento, furono sbeffeggiate da Mussolini che poté impunemente dichiarare di assumersi tutta “la responsabilità politica, morale, storica” di quanto avvenuto. E via, a passo di parata, verso la dittatura.

Un monologo fortemente centrato sulla vicenda politica di Matteotti, ma senza tralasciare quella umana. Alternando il racconto di fatti nudi e crudi a citazioni da musiche popolari d’epoca. Una narrazione di un solo attore, ma a molteplici voci. «Teatro civile», afferma Donadoni, «significa mettersi corpo, anima e mente al servizio degli accadimenti, lasciando che i fatti raccontino i fatti, così che non vada perduta, insieme alle memorie, la funzione catartica dell’evento teatrale. Documentario teatrale vuol dire allora innanzitutto studio approfondito di documenti nella composizione del testo, restituzione della storia il più possibile oggettiva ed efficace mediante selezione e impiego di testimonianze e materiali audio e video; e interpreti che sappiano vivificarne l’uso nella narrazione, che potrà dilatarsi, restringersi, cambiare di sera in sera. Racconto dal vivo, per viventi».

Biglietti – platea e galleria centrale 20 intero, 15 ridotto under 30; galleria laterale 15 intero, 12 ridotto; biglietto speciale gruppi scuole secondarie 10 – acquistabili online su www.slowmachine.org, oppure prenotando alla mail biglietteria@slowmachine.org o al 328 9252116.

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