La Sentinella delle Dolomiti: Carlo Budel racconta le sue scelte

Nella sala del Santuario  sul colle, intervistato da Federico Bez ha spiegato come ha fatto a diventare un personaggio dei social 

BELLUNO. Dal lavoro in cartiera fino in cima alla Marmolada. Un percorso di vita verticale e inconsueto quello che Carlo Budel ha raccontato venerdì sera al pubblico intervenuto nella sala congressi del Santuario del Nevegal in occasione della presentazione del suo libro “La sentinella delle Dolomiti” (ed. Ediciclo). Dal desiderio di cambiare vita al coinquilinato con la Regina (Budel gestisce da due anni la capanna a Punta Penìa, quota 3343), il libro racconta il potere guaritore di una natura estrema a cui Budel si affida con un filo di incoscienza ma anche con grande entusiasmo e voglia di mettersi in gioco.

Una passione che lo ha portato, quasi per caso, a diventare molto noto sui social dove i suoi scatti di rocce, neve e torte appena sfornate vengono condivisi da centinaia di persone. Un’accoglienza amichevole e un apprezzamento da parte di una comunità di appassionati di montagna che sono anche le ragioni per cui Budel ha accettato di raccontarsi in un libro intitolandolo come spesso lo definiscono gli amici nei loro commenti su Fb.

«In tanti adesso vengono a trovarmi lassù d’estate e con molti siamo diventati amici, ma non tutti sono organizzati e attrezzati come si deve», ha spiegato, intervistato da Federico Bez, anche le difficoltà di vivere e lavorare in un ambiente naturale estremo «che può cambiare di umore da un momento all’altro».

Temporali come gironi infernali, tempeste di neve che seppelliscono ogni cosa e venti gelidi e impetuosi sono frequenti nella zona dove si trova il piccolo rifugio, tenuto saldo da tiranti perché non voli via. Budel, che a maggio si appresterà alla terza stagione a Punta Penìa, sa di aver fatto la scelta giusta: «Per la prima volta nella mia vita, la buona riuscita del lavoro dipendeva solo dalle mie capacità. Era una soddisfazione enorme, perché tutto andava a gonfie vele e non era affatto scontato».

L’incontro con Carlo Budel è stato organizzato dal circolo culturale San Gualberto in collaborazione con la Pro Loco Pieve Castionese. —

Ezio Franceschini

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