La Patagonia nel viaggio fotografico di Lazzarin

VAL DI ZOLDOLa “Patagonia” di Paolo Lazzarin: una antologia di fotografie da togliere il fiato. Il giornalista e fotografo di origini zoldane, ha collaborato con importanti testate giornalistiche...

VAL DI ZOLDO

La “Patagonia” di Paolo Lazzarin: una antologia di fotografie da togliere il fiato. Il giornalista e fotografo di origini zoldane, ha collaborato con importanti testate giornalistiche italiane e straniere ed autore o coautore di circa ottanta volumi di fotografia, viaggi e tempo libero.

«Sono stato spinto», racconta Paolo Lazzarin, «da un’antica leggenda diffusa dagli sciamani di alcune popolazioni sudamericane che dice: se vuoi liberarti dei mali che ti affliggono devi castigare il tuo corpo con dure fatiche per cercare, in un orizzonte senza confini, un luogo che incateni il tuo spirito con emozioni forti. Quando lo hai raggiunto, devi tagliarti una ciocca di capelli e liberarla nel vento, così che porti lontano da te una manciata dei tuoi malanni».

Paolo parte con altri tre viaggiatori: Annalisa Melegari, dapprima metalmeccanica, poi insegnante. Ermanno Bidoli, il “cinerarius”, il suo salone di parrucchiere ha ricevuto l’attestato di “bottega storica” per i 50 anni di attività; Laura Lazzarin, organizzatrice di viaggi che ha curato il viaggio. I quattro viaggiatori hanno percorso la Patagonia per verificare l’attendibilità di una leggenda, attraverso Argentina e Cile e in navigazione tra i fiordi del Pacifico, con una escursione finale sull’isola di Chiloè, «camera di decompressione prima di ritornare nella civiltà». È una terra disabitata, spiega Paolo Lazzarin, «“alla fine del mondo”, con paesaggi senza confini, luce che cambia ad ogni istante, cieli disegnati dal vento, il set più intrigante che un fotografo possa desiderare». E continua: «Le Sacre scritture dicono che Dio impiegò sei giorni a costruire le bellezze del Creato, scegliendo con cura le rocce più aggraziate per le Dolomiti, le acque più limpide per il mar dei Caraibi, la sabbia più fine per il deserto del Sahara, gli animali più strani per il Madagascar.. Il sesto giorno gli rimase in mano un po’ di tutto questo, e lo distribuì sull’ultimo lembo della terra che gli rimaneva da completare: così creò la Patagonia».

Mario Agostini



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