La musica di Lele Croce attraversa tutto il 2020 con un poker di progetti

Due lavori con due case discografiche (una a New York) un omaggio alla lingua inglese e il viaggio di “Rockfood”

Tommaso Miele / TREVISO

Lele Croce, cantautore trevigiano, musicista rock e insegnante di chitarra, vive un 2020 decisamente intenso che lo porterà a consolidare un interessante poker di progetti. «Verso la fine dello scorso anno ho trovato un paio di case discografiche; una è a New York, Rehego Music, la classica etichetta indipendente fondata da un italoamericano. Mi hanno contattato, probabilmente dopo aver ascoltato qualcosa di mio online, per offrirmi una proposta commerciale e di lavoro; gli ho fatto presente, ironicamente, che oramai ho 51 anni. La loro risposta è stata semplicemente: non importa, basta tu faccia buona musica come quella che abbiamo sentito».

Così si racconta Croce, che ha all’attivo più di 400 brani in una carriera sbocciata fin dalla giovane età. Creatore del progetto “Rockfood, musica per il palato”, spettacolo musicale che omaggia la cucina italiana, Croce è autore di canzoni celebri e premiate: da “Come un Fulmine” ad “After all”, da “Crudelia” e “Shatzy” fino a “Solysangre” e “Girasoli” .

«Con gli amici di Rehego ho pubblicato per ora un paio di singoli tra dicembre e gennaio: “Orizzonte America” e “Zombi”. Sono brani nati negli anni Novanta rimessi a nuovo, che dichiarano il mio rispetto per le minoranze e la condanna del nazismo. Finiranno, credo entro l’estate, nel mio nuovo disco “Your skin is a melting pot», svela Croce, noto nel panorama veneto anche per le sue esibizioni dal vivo con la Lele Croce Gang.

Il cantiere è però decisamente più vasto: la fase due dell’annata di Croce mira anche al completamento di un nuovo lavoro, nato dalla volontà di Musitalia, casa discografica che gli ha proposto un’antologia. «Ci eravamo incrociati nel 2004: fui introdotto come ospite all’interno di un festival musicale in Sicilia» sottolinea. «La titolare dell’etichetta si è fatta sentire lo scorso anno e mi ha proposto un disco antologico di brani che non ho mai pubblicato, dalla fine degli anni Ottanta fino ad oggi. Il disco non ha ancora un titolo, ma credo sarà ultimato il prossimo l’inverno».

Prosegue intanto l’avventura di “Rockfood”, che dovrebbe giungere a compimento per finire in un disco e, a chiudere il quartetto di novità, l’incisione di un piccolo lavoro sonoro dedicato all’amore per l’inglese a contatto con le canzoni. «Ho iniziato seriamente lo studio dell’inglese da più di un anno, frequentando le serali: ad ogni argomento di letteratura ho affiancato una nuova canzone. Più che un album, sarà un progetto che andrà a braccetto con i libri e spero possa piacere anche ai ragazzi». —

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