Il mare di Rosolina tra gli orti e il fiume

Spiaggia Bandiera Blu per qualità delle acque turismo sostenibile e tutela delle aree naturalistiche
L’incedere incerto della terra all’ampio incrocio tra il grande fiume e il mare crea i paesaggi quasi fiabeschi del Delta del Po. Cui si aggiungono, qui, le suggestioni dell’immensa laguna di Caleri, gli orti e le valli da pesca del Po di Brondolo e le acque dell’Adige che incontrano quelle del mare: l’Adriatico, che circonda una penisola in gran parte coperta da una fitta pineta, con quasi nove chilometri di sabbia finissima, dorata e pulita. Una spiaggia su cui - per il terzo anno consecutivo - sventola la Bandiera Blu, riconoscimento internazionale della Fee (Foundation for environmental education): un premio alla qualità delle acque, all’attenzione al turismo sostenibile e all’ambiente, all’accoglienza, ai servizi e alla tutela delle aree naturalistiche. Un premio a Rosolina e alla sua offerta turistica, che alterna ampie spiagge dinamiche e ben attrezzate a vaste aree naturalistiche sospese tra mare e laguna.


Una storia tra mare e lagune.
Pur essendo, come gran parte del Delta, un paese giovane, Rosolina ha origini antiche, come testimoniano il tracciato della romana via Pompilia e i residui di vecchi cordoni dunosi costieri creati dalla natura e modellati dalle bonifiche della Serenissima. Dopo aver sottratto all’acqua le nuove terre, i veneziani le assegnarono alle nobili famiglie della Repubblica, che hanno lasciato il segno della loro presenza nella toponomastica (ad esempio con Ca’ Morosini, ma anche con i casoni di Valle Veniera e Valle Capitania) e nell’architettura, come testimoniano la chiesetta della Beata Vergine della Concezione nel verde di via Moceniga (eretta dai Mocenigo nel 1789) e l’Oratorio dei Santi Filippo e Giacomo a Pozzatini (costruita dai Vianelli nel 1722), oggi chiamato Oratorio Mazzucco e recentemente restaurato. Anche nell’isola di Albarella, fino a metà del Novecento in balìa delle alluvioni e dei continui passaggi di proprietà, nel Settecento sorse Ca’ Tiepolo, elegante casino di caccia della nobiltà veneziana, oggi moderno centro per congressi ed eventi.


L’intraprendenza di una città.
Rosolina è una città, com’è stata riconosciuta dalla presidenza della Repubblica nel 2014: un comune di poco più di seimila abitanti che durante l’estate registra più di un milione e mezzo di presenze. Dove oggi è il turismo la prima voce del suo bilancio, pur restando legata alle colture orticole (in primis il radicchio di Chioggia Igp) che dettero il primo slancio all’economia locale negli anni Cinquanta. Perché fu solo negli anni Sessanta che sorsero i primi villaggi turistici e campeggi di Rosolina Mare, destinati ad una veloce affermazione. Tanto che già nel 1987 Rosolina fu premiata come uno dei comuni italiani più dinamici e intraprendenti in ambito sociale ed economico. Non stupisce, quindi, che accanto a spiagge modernamente attrezzate - dal wifi gratuito alle spiagge per cani, oltre a un vivace calendario d’iniziative e di locali dove tirar tardi nelle notti estive - continui la placida attività di molti operatori negli orti, incorniciati dai silenzi delle pinete e dai canneti.


Una Riserva della Biosfera.
Da molti anni Rosolina Mare e Albarella sono mete ambite del turismo balneare internazionale, la cui più grande attrazione resta l’originale e prezioso ambiente naturale del complesso territorio del Delta del Po, che con i suoi equilibri talvolta fragili rappresenta un autentico scrigno di biodiversità. Tanto da far parte, dal 2015, della rete mondiale delle “Riserve della Biosfera” dell’Unesco, ossia di quelle aree che associano la conservazione dell’ecosistema a un uso sostenibile delle risorse naturali.


Il Giardino di Porto Caleri.
Nel 1990, sul lembo estremo del litorale di Rosolina Mare, senza alcuna modifica strutturale all’habitat esistente, è stato istituito il Giardino Botanico di Porto Caleri. Nei suoi 24 ettari, di estensione offre tre diversi percorsi di visita: uno di poche centinaia di metri dedicato alla zona boschiva; un altro di un chilometro e mezzo dove si osserva l’evoluzione della vegetazione dal litorale alle dune interne e si scoprono fiori rari come le orchidee selvatiche; un terzo di quasi tre chilometri tra tutti gli ecosistemi presenti: dalla pineta, alle sabbie, alla macchia mediterranea per finire alle zone umide e vedere ginepri, rose canine e la violacea salicornia. Oltre a più di 200 specie vegetali, è possibile osservare l’avifauna, anche grazie alle casette d’osservazione. E dopo aver attraversato ponti di legno, passerelle tirate con le corde che superano boscaglie o stagni e superate le dune di sabbia, si ritrova il mare (aperto martedì, giovedì, sabato e domenica - ingresso 2,50 euro).


Gli orti di mare.
Nelle barene melmose e basse di Porto Caleri e Marinetta è frequente vedere i pescatori che raccolgono le vongole che hanno seminato nei loro “orti di mare”, protagonisti di un’economia sorprendente e diffusa che occupa migliaia di addetti. Li si può ammirare dalla via delle Valli, uno dei più seducenti itinerari cicloturistici nell’area del Delta del Po, con lunghi tratti dove si pedala in mezzo ad amplissimi specchi d’acqua. E che oltre alla natura mette in risalto la capacità dell’uomo di trovare risorse economiche sostenibili costruendo valli da pesca punteggiate di quei piccoli gioielli di architettura e di saperi dell’acqua che sono i casoni, le cavane, i colauri.


Una torretta tra fiume e mare.
Alla foce dell’Adige, una torretta che segna come un caposaldo l’incontro tra il fiume e il mare, consente con la sua altezza (16 metri) uno sguardo dall’alto che mette in risalto le cromie diverse dell’acqua blu del mare e di quella limacciosa del fiume che la penetra per poi disperdersi verso sud. Ci si arriva in macchina fino a un grande piazzale fra gli alberi, per poi percorrere un tortuoso sentiero fra la folta vegetazione, che rende ancora più suggestivo il paesaggio.




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