Il Fai fa tappa a Lentiai e Mel: visite guidate alle chiese

A maggio, al termine dei lavori di restauro, sarà aperto anche l’edificio di culto di Bardies. L’anno scorso i visitatori sono stati oltre duemila e trecento 

BELLUNO. Mancano ormai pochi giorni al tradizionale appuntamento con la bellezza. Un appuntamento che questa volta fa tappa in Valbelluna, precisamente a Lentiai e Mel. Alla scoperta di veri e propri gioielli del territorio. La delegazione di Belluno del Fondo ambiente italiano, in occasione dell’iniziativa nazionale “Giornate di primavera”, in programma sabato 24 e domenica 25 marzo, aprirà le porte della chiesa monumentale di Santa Maria Assunta e dell’eremo di San Donato.

A maggio, giusto il tempo che finiscano i lavori di restauro, della chiesa trecentesca di Bardies. «Si tratta di tre luoghi che rivestono straordinario valore storico e artistico», sottolineano Erminio Mazzucco, capo delegazione di Belluno, e l’architetto Mauro Vedana, «e che forse sono poco conosciuti dai Bellunesi, in quanto appartengono alla diocesi di Vittorio Veneto e storicamente le loro vicende sono collegate alla Contea di Cesana, indipendente sia da Belluno che da Feltre».

Quella di Santa Maria Assunta di Lentiai è una chiesa di splendide proporzioni rinascimentali, famosa per il grande soffitto a cassettoni da 209 metri quadrati ornato da 20 tavole (80 metri quadrati) trattate in modo scenografico, che rappresentano “le storie di Maria” dipinte da Cesare Vecellio.

Di quest’ultimo, oltre che di Tiziano Vecellio, è anche il polittico, fulcro prospettico composto da dieci tele, collocato sulla parete di fondo. Il luogo è un importante monumento anche per le numerose opere di pittori veneti, tra cui Palma il Giovane, Francesco Frigimelica, Giovanni da Mel, Luigi Cima, Francesco Terilli. Alcuni dipinti sono attribuiti a Paolo Veronese. Il portale è stato invece realizzato da un contemporaneo, Franco Fiabane.

«La chiesa è già stata interessata, negli anni Duemila, da grandi restauri che hanno permesso di salvare il grande soffitto a cassettoni, che rimane il più grande di questo tipo. Un altro simile, distrutto da un incendio, era presente solo nel Palazzo Ducale di Venezia», spiega Vedana. «L’opera di restauro continua anche ora. C’è pure allo studio uno scenografico sistema di illuminazione, che sarà testato nelle “Giornate di primavera”. Per il resto, abbiamo in piedi un progetto da circa 360 mila euro, per cui si stanno cercando risorse: l’obiettivo è realizzare un riscaldamento a pavimento e restaurare gli affreschi degli Apostoli».

Risalirebbe all’epoca longobarda, secondo la tradizione, l’eremo di San Donato, complesso di grande fascino restaurato nel 2006. «Fu anticamente sede di due eremiti agostiniani, poi di quelli del Terzo Ordine di San Francesco. Dai documenti si ricava che un eremita vi visse per ben 37 anni, di cui 22 in solitudine», precisa Adriano Barcelloni Corte.

«Gli affreschi alle pareti documentano diverse fasi, che vanno dal XV al XVIII secolo: la Madonna con Bambino tra i Santi Donato e Pietro, i Santi Vittore e Antonio».

L’edizione delle “Giornate di primavera” dello scorso anno ha visto arrivare tra Belluno e Sospirolo 2.350 visitatori, «anche persone straniere», mette in risalto Raffaele Addamiano. Le due giornate hanno permesso di raccogliere 8 mila euro. E anche quest’anno, come da tradizione, accanto agli esperti, tra cui Paola Brunello, Giorgio Reolon e Miriam Curti, non mancheranno gli “aspiranti Ciceroni”. «Sono i ragazzi del Tiziano e Renier di Belluno e del Dal Piaz di Feltre», spiega Caterina De March. «Non possiamo che essere felici di queste collaborazioni». I luoghi saranno aperti dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17 (domenica 25, per la chiesa di Lentiai, dalle 12 alle 17).

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