I Simmetria distorta metafora dell'umanità per battere le mode
La band ha tre componenti: «Un numero perfetto» Testi asciutti «e senza fronzoli», basi melodiche

BELLUNO.
Il primo live della band «Simmetria distorta»: è Giorgio, co-fondatore e bassista, a raccontare a RockBLive tutta la storia.
Da chi e come è nata l'idea?
«E' nata nel 2008 da Asley (chitarrista e cantante) e me, i superstiti della band "Giorni Peggiori". Volevamo proporre qualcosa di nostro, alternativo/sperimentale e al contempo definibile (senza esserci confinati) indie-rock. I testi sono rigorosamente in italiano, escluso un titolo ibrido in dialetto. Inizialmente abbiamo cercato di creare una formazione a 4 elementi con Eleonora al basso (che però ci ha dovuto abbandonare presto) ed Andrea alla batteria. C'è stato poi qualche tentativo per un secondo chitarrista, ma c'era sempre l'eccessivo bisogno di schemi espressivi senza i quali spesso ci si inibisce ed eccoci in 3 dunque, assestati sul numero considerato perfetto».
Come è nato il nome?
«E' stato proposto da me e poi approvato dagli altri. Lo riteniamo una metafora che ben si addice alla nostra umanità: essa ci appare simmetrica rispetto a tutto ciò che é divino e, per contro, il suo essere e agire risulta "distorto". Da qui nasce la motivazione dell'aggettivo caratterizzante per il nostro tipo di suono».
Come nascono le vostre canzoni?
«Le creiamo in modo scambievole, per lo più durante le prove. Anche se le portanti melodiche dei brani sono spesso una prerogativa di chitarra e basso, troviamo un contributo fondamentale nei suggerimenti di Andrea che ci permette di affinarle. Asley è l'autore dei testi: ermetici e senza fronzoli, sono incentrati su tematiche di allontanamento dalle situazioni statiche, di abbandono e annullamento. Siamo inoltre completamente persuasi del fatto che quanto accade nella vita avviene sempre per sottrazione e la nostra timbrica lo testimonia, perché sotto e oltre la distorsione c'è melodia».
Il vostro primo concerto?
«E' andata bene, pare! Abbiamo atteso del tempo, perché cercavamo d'individuare prima la nostra identità sonora, la timbrica del gruppo che ora crediamo d'aver in gran parte trovato».
Cosa pensate della realtà musicale bellunese?
«E' molto interessante per quanto riguarda le abilità dei vari gruppi e ci sono delle vere e proprie eccellenze. L'impegno di tutti è lodevole. E' però difficile sottrarsi da una forma di pericolosa auto celebrazione a circuito chiuso, riscontrabile tipicamente in ogni ambiente di stampo provinciale. Le "ondate musicali", le mode, arrivano da noi a scoppio ritardato e vengono poi eccessivamente esaltate col rischio di sprecare entusiasmo per generi che altrove hanno già fatto il loro tempo mentre il resto, alternativo e fuori dagli schemi, rimane nell'ombra. Nonostante tutto ci sono alcuni gruppi che hanno sconfitto questi limiti, come ad es. (cito senza ordine preciso e solo i principali!) Planet Brain, Stanza 101, Tears Before, Wrath Prophecy, Suspectra, ideaOstile, DXT, Smoke Circles, Livor, Spellbound Dazzle, Non Voglio Che Clara, ecc.».
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
«Attualmente abbiamo in cd una registrazione in presa diretta del nostro live e stiamo creando materiale per l'uscita di un album vero e proprio, da registrare in studio per una futura diffusione tramite i canali tipici. Continueremo comunque a suonare in giro anche se come tanti altri gruppi soffriamo della mancanza di spazi, troppo spesso preclusi dalle coverband. I gestori dei locali sono chiaramente più propensi alla musica già conosciuta dal pubblico, poichè quella d'autore potrebbe non avere lo stesso riscontro. Nessuno va biasimato per le scelte fatte, quindi posso solo dire che "è un peccato" che la nostra cittadina sia così poco incline ai cambiamenti. Tuttavia va ricordato che, dal punto di vista musicale, la nostra provincia è tra le più attive in Veneto»! (rbl)
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