Glamour e commozione Firth premia Moore in memoria di Sozzani
Sullo stesso red carpet, nello stesso cubo rosso, ma senza di lei che però è ovunque, nell’aria, nei lineamenti della sorella Carla, nella commozione del figlio Francesco Carrozzini e della fidanzata...

Tunisian model Afef Jnifen arrives for 'The Franca Sozzani Award' during the 74th Venice Film Festival in Venice, Italy, 01 September 2017. The festival running from 30 August to 09 September 2017. ANSA/CLAUDIO ONORATI
Sullo stesso red carpet, nello stesso cubo rosso, ma senza di lei che però è ovunque, nell’aria, nei lineamenti della sorella Carla, nella commozione del figlio Francesco Carrozzini e della fidanzata Bee Shaffer e nella corte di amiche che un anno fa, sapendo, quasi la sorreggevano mentre lieve come una piuma, i capelli un po’ più corti, l’aria un po’ più stanca, sfiorava il suo ultimo tappeto rosso. Il festival rende omaggio a Franca Sozzani, la direttrice di Vogue Italia scomparsa nove mesi fa, con l’eleganza delle feste in ogni caso felici grazie alla forza salvifica del ricordo.
Sotto un cielo che scatena la sua furia sugli invitati arrivati per ultimi, il mondo di Franca si ritrova uguale e contrario a quello di un anno fa. Senza di lei, ma per lei, alla cui memoria è dedicato il “Franca Sozzani Award”, disegnato da Jeff Koons, consegnato a una magnifica Julianne Moore velata di chiffon rosso rubino, da Colin Firth in un discutibile vestito blu indigo.
E, certo, la sensazione di straniamento non manca, mentre dalle casse Blondie implora “Call me” e alle transenne Eva Riccobono, arrivata in anticipo, si congela le gambe sotto la gonna di tulle da ballerina. Duecento gli invitati, tutti con il cartoncino in mano tranne Maria Grazia Chiuri, direttore creativo di Dior che ha vestito buona metà delle signore e che, nella frenesia della marea montante di gonne, l’ha dimenticato a casa.
Sotto le raffiche di vento sfilano Afef in verde giada, Diego Della Valle, Donatella Versace in oro e piume - tutti e tre tra i fondatori del Premio - e ancora Lapo Elkann, Isabeli Fontana, Vittoria Puccini, Emma Marrone con le cosce di fuori, Gaia Trussardi, Vittoria Puccini, Alessandra Mastronardi in nero e Louboutin siderali.
Ricomposte le prime file, s’inchina ai fotografi Victoria Cabello, posa Greta Scarano, arriva anche Nicoletta Romanoff mentre cadono i primi goccioloni grandi come omelette. Julianne Moore, scelta perché «con la stessa forza e determinazione di Franca ha unito l’eccellenza nel campo artistico e un forte impegno civile e sociale» sentitamente ringrazia. Naomi Campbell, attesa fino all’ultimo, non si è fatta vedere. Forse arriverà per la cena, placé, a Palazzo Contarini Polignac in riva al Canal Grande.
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