Fine della Grande guerra L’Ana Cadore al Bodoni nel cimitero militare

santo stefano
Il Cimitero Militare monumentale “Lobetti Bodoni” è uno fra i cimiteri di guerra più antichi e significativi.
È la testimonianza che un cimitero può anche essere bello: sobrio ed elegante, è intitolato alla memoria di Adriano Lobetti Bodoni, sottotenente del 92° Fanteria, che morì, appena ventenne, sul Monte Roteck (Monte Rosso per gli Italiani) il 4 agosto 1915.
Nel cimitero sono sepolti quasi mille soldati, per la grande maggioranza italiani, ma vi sono anche oltre cento austro ungarici, un ascaro e un boemo, tutti periti sul fronte del Comelico e in alta Val Fiscalina. Non poteva esserci luogo migliore per l’evento commemorativo dei 100 anni dalla fine della Grande Guerra, organizzato dal Gruppo Ana di Santo Stefano, in collaborazione con l’amministrazione comunale e la Sezione Ana Cadore.
Nell’occasione si è tenuto anche il 30° raduno sezionale degli alpini cadorini. Una cerimonia semplice, iniziata con il corteo per le vie del paese accompagnato dalla banda di Ponte. Quindi al palco proprio davanti al cimitero, l’alzabandiera, l’onore ai caduti e la messa celebrata da don Paolino con i canti della corale parrocchiale diretta da Martina Casanova.
Dopo la benedizione di un nuovo mezzo per la Protezione Civile dell’Ana Cadore, donato dalla Regione, il saluto della autorità. In apertura il capo gruppo Alfredo Comis che ha ricordato l’importanza degli alpini per il proprio comune nei moltissimi anni di attività della caserma Calbo: «Molti di quegli alpini sono rimasti qui diventando parte attiva della nostra comunità».
Il vice sindaco Paolo Tonon ha illustrato brevemente il ruolo del paese in quegli anni di guerra dal 1915 al 1917, con le sofferenze per la popolazione e con la presenza cospicua di militari di retrovia. Luca De Carlo, deputato alpino, ha ringraziato gli alpini per la loro opera ed i loro valori. «Sono i valori che i nostri giovani devono fare propri, per capire l’importanza dei doveri, prima ancora dei diritti, l’importanza del sacrificio che ci ha resi liberi, ma che deve farci riflettere sulle nostre responsabilità». Quindi il saluto del capitano Merighi in rappresentanza del 7° Alpini e del presidente della Sezione Ana Cadore, Antonio Cason, riconoscente per l’operato del gruppo di Santo Stefano e degli altri venti gruppi. «Nonostante le difficoltà» ha concluso Cason «i nostri alpini sono pronti per ogni evenienza e ne è una prova il nucleo di Protezione Civile sezionale sempre in prima linea». —
Livio Olivotto
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