«Così nascono le mie installazioni umane»

Basta un gesto per scatenare la fantasia di Virginia Raffaele, nel weekend a Padova e Venezia con “Performance”
Di Alessia De Marchi

Virginia Raffaele arriva in Veneto con lo spettacolo “Performance” per un fine settimana ad alto tasso di comicità intelligente. Questa sera alle 21.30 è al Geox di Padova, domani alle 20.30 sarà al Goldoni di Venezia, con replica alle 16 di domenica.

Una, nessuna, centomila: chi è Virginia Raffaele?

«Una, nessuna e centomila. In realtà in ogni personaggio che porto in scena, da Belen, a Roberta Bruzzone, Ornella Vanoni o tante altre, c’è una parte di me. Sono tutte donne molto diverse tra loro che hanno me come comune denominatore. Ognuna di loro sintetizza alcune delle ossessioni ricorrenti della società contemporanea che io declino con l’ironia e la satira di costume. Qua e là, tra le maschere, in scena arrivo anche io, “vestita” da Virginia Raffaele. Interagisco con le mia creature, in cerca della mia identità».

Come nascono le sue imitazioni?

«Dagli elementi più disparati. Magari un gesto, un timbro di voce, una camminata mi colpiscono a tal punto che parto da lì per creare l’intero personaggio».

Qual è il confine tra imitazione e caricatura?

«Le mie non sono caricature, né imitazioni. Io preferisco chiamarle “istallazioni umane” perché non riproduco esattamente timbro e tono della persona che imito, o almeno non solo. Cerco piuttosto di reinterpretare esseri umani esistenti».

Chi tra i “tuoi” personaggi si è risentito?

«In passato è successo con Roberta Bruzzone. Ma dall’ultimo Sanremo a oggi mi sono arrivati solo gradimenti. La Vanoni mi ha confessato di essersi risentita per l’imitazione a Sanremo 2015, perché molti pensavano fosse davvero lei. Ma in generale non mi interessa se un personaggio reagisce bene o male, io voglio fare bene il mio lavoro e far divertire il pubblico».

Chi le ha dato maggiore soddisfazione?

«Preferisco i personaggi frutto della mia fantasia. In “Performance”, oltre alle imitazioni classiche ci sono anche due personaggi scaturiti dalla mia fantasia: la poetessa transessuale Paula Gilberto Do Mar e l’eterna esclusa da Amici, la cantante Giorgiamaura. Sono personaggi che non avendo confronti con l’originale, mi consentono più libertà»

Come è stato ballare con Bolle?

«Ci siamo conosciuti a Sanremo e da lì è nato un amore professionale folle. Duettare con un étoile come Roberto per me era impensabile. Farlo come Carla Fracci non ne parliamo. È stato bellissimo».

Sanremo l’ha consacrata, ma lei nasce molto prima. Com'è stata la gavetta per una ragazza cresciuta in una famiglia circense?

«L’impatto mediatico del Festival è enorme, difficile capirlo se non si è dentro quel contesto. Ma per arrivare fino a lì ho studiato tanto, ho fatto spettacoli nei teatrini da 50 posti. Una gavetta lunga e faticosa, fatta non solo di teatro, ma anche di televisione con i Gialappi, tanta radio con Lillo e Greg, poi Luca Barbarossa. La mia vita al Luna Park dell’Eur è stata una scuola enorme».

Gli spettacoli nei teatri si fanno con il pubblico. Qual è il suo rapporto con gli spettatori? Quanto contribuiscono all’esibizione?

«Sono fondamentali. Quanto sei su un palcoscenico di un teatro non vedi la platea perché sei accecata dalle luci ma la “senti”. Ti accorgi se ti seguono, se si distraggono, se si divertono, se si annoiano. Con Sanremo e con “Performance” il mio rapporto con il pubblico è molto positivo. Importante è cercare sempre nuovi spunti».

Nel suo “portfolio” c’è qualche personaggio veneto?

«Ancora nessuno, ma in questi giorni potrei incontrarne qualcuno».

La satira politica fatta dalla donne, una conquista in un mondo molto maschile?

«La satira politica non mi attira molto. Io preferisco la satira di costume. E in quel campo sono tantissimi gli esempi che donne che ne hanno creato e decretato il successo: penso a Anna Marchesini e Franca Valeri ad esempio».

Com'è la Virginia privata?

«Tengo molto alla mia intimità».

C’è ancora qualche sogno nel suo cassetto?

«Il mio cassetto è pieno di sogni».

A che nuovo personaggio sta lavorando?

«Provate a chiederlo al mio truccatore».

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