Corno, cervo, scorpione: Belluno, città multiforme

BELLUNO. Una città d’acqua appoggiata sulla roccia. Un intrico di vie, cortili, chiostri. Un’architettura che, da borgo Piave verso piazza Piloni, racconta la trasformazione in città dell’antico centro medievale. Lo scatto con cui Manuel Fontana ha partecipato al concorso Belluno Meraviglia racconta questo e molto altro. Ci offre una prospettiva nuova, per molti inedita, sulla città di Belluno.
La “città splendente” è ripresa durante un volo in mongolfiera. Forse per il mezzo tutt’altro che moderno, forse per la luce e la foschia che ne danno un’idea antica e fiabesca, sembra quasi un quadro d’altri tempi. E per questo abbiamo chiesto allo storico Marco Perale di commentare per il Corriere delle Alpi questa foto, la seconda della rubrica Belluno Meraviglia.
«Questa vista a volo d’uccello è una caratteristica che anche nel passato molti hanno cercato di utilizzare» spiega Perale, «basti pensare al quadro di Domenico Falce conservato al museo Fulcis». La tela, intitolata “La pianta prospettica”, risale al 1690 e offre un punto di vista opposto rispetto a questa fotografia, dalla parte del Nevegal: «Erano gli anni del cannocchiale» spiega Perale, «ci sono anche molti quadri di Venezia ripresa a volo d’uccello. È una tradizione molto antica e seguita». L’inquadratura, che abbraccia tutto il nucleo antico della città, aiuta lo sguardo ad individuare quella forma a cuneo, o a corno, che sarà uno dei temi ricorrenti nella narrazione di Belluno.
«Pierio Valeriano racconta la città di Belluno paragonandola a Costantinopoli» continua Perale, «che è soprannominata Corno d’Oro ed è costruita su due mari. Secondo Valeriano c’era una corrispondenza tra le due città». Un borgo sull’acqua, dunque. La foto restituisce questa magia abbracciando con lo sguardo sia il torrente Ardo che il fiume Piave.
Questa fascinazione è comune a molti. «Altri lettori successivi a Valeriano hanno provato a dare diverse logiche alla forma urbis» spiega Perale, «ad esempio attribuendo al centro di Belluno la forma di un cervo, con borgo Piave che si protrae a leccare l’acqua mentre le due corna sono via Garibaldi e via Simon da Cusighe. Oppure, e qui siamo già in età napoleonica, l’attribuzione da parte di Leopoldo Cicognara della forma di scorpione alla città di Belluno».
Una foto che racchiude tanti racconti e suggerisce molte storie, come quelle dei chiostri nascosti da alti palazzi e risalenti ad epoche diverse. «La mongolfiera, soprattutto in area tedesca, è molto amata» conclude Perale, «ed è sicuramente un punto di vista inusuale».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi