Belluno, la collezione di sci e vecchie slitte in cerca di un museo

Zampieri: «Dopo la prima edizione a Sagrogna siamo riusciti a riproporre questa collezione molto apprezzata anche nel capoluogo»

Belluno: mostra storica di sci, slitte e slittini

BELLUNO. Taglio del nastro per la mostra di sci, slitte e slittini d’epoca in sala “Chierzi”, via Sottocastello 2 a Belluno. L’esposizione, (fino al tre giugno dal lunedì al sabato dalle 18 alle 20; sabato e domenica dalle 10 alle 13 e primo maggio dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 20) raccoglie 350 diversi tipi di sci e potrebbe trovare finalmente una casa in un prossimo futuro.

«Stiamo valutando una collocazione adeguata», ha fatto sapere l’assessore Biagio Giannone, «l’ideale sarebbe uno spazio vicino alle piste del Nevegal».



«Dopo la prima edizione a Sagrogna, che durò solo un weekend, siamo riusciti a riproporre questa collezione molto apprezzata anche nel capoluogo», spiega Tonino Zampieri, ideatore dell’iniziativa, «è una grande occasione per far capire ai bellunesi che non sempre le cose vecchie vanno buttate e, anzi, ci impegniamo a valutare e a salvare vecchi sci e altri materiali. Per informazioni basterà contattare il Comitato Pollicino, partner al quale siamo molto legati». All’inaugurazione, accolti da un gran numero di appassionati e di curiosi, erano presenti il campione cortinese Bruno Alberti, storico olimpionico di sci alpino dal ’53 al ’64 e Dino De Zordo, di Cibiana, campione azzurro di salto con gli sci attivo tra il ’58 e il ’67.

Sci d'epoca in mostra a Belluno: «Chi li usava si emozionerà»


I due grandi dello sci hanno ripercorso con piacere l’evoluzione dei loro sport, dal cambio dei materiali alle tecniche più evolute, visitando poi la mostra e stuzzicando la memoria dei presenti davanti ai propri cimeli raccolti in sala “Chierzi”. «Ringrazio tutti i collezionisti e le famiglie che hanno concesso di esporre i propri pezzi di storia» ha spiegato Zampieri «come Felice Toma, collezionista dell’Alpago, che mi ha permesso di mettere in mostra la sua collezione di sci da fondo o il sindaco di Val di Zoldo, Camillo De Pellegrin, che mi ha prestato un feriol e un paio di sci antichi che aveva a casa».



I ferioi, presenti in quantità alla mostra e con diverse storie da raccontare, erano gli slittini che le famiglie cominciavano a costruire per il nascituro non appena veniva annunciata la gravidanza, così da ingannare l’attesa e preparare un primo dono al bambino. «A differenza di oggi» ha spiegato Chiara Zampieri, figlia di Tonino, «ogni oggetto era unico e frutto della passione e dell’ingegno dell’uomo; oggi possediamo solo copie di milioni di altri esemplari. All’epoca tutto aveva un peso diverso, per questo visitando la mostra chiunque si sente toccato da quegli oggetti così antiquati, che sembrano quasi pericolosi di primo acchito, ma che subito dopo fanno tornare alla mente un genitore o un parente che ne possedeva uno simile, dando il via al turbinio dei ricordi». È stata anche ripercorsa la gloriosa storia della pista naturale da slittino di Canale creata dai Crodaioli, che arrivò ad ospitare la coppa del mondo alla fine degli anni ’90.


 

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