Zaia: «Si penalizzano le fasce deboli della popolazione»
BELLUNO. «La chiusura di quaranta uffici postali in Veneto rischia di penalizzare pesantemente le fasce più deboli della popolazione, che necessitano di un servizio universale e a portata di cittadino». Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, si schiera contro il piano previsto dalle Poste che prevede chiusure e riduzioni di orari in molti comuni della regione.
«La dilatazione dei tempi di consegna e ritiro è un brutto segnale e ci mette al passo, invece che con i paesi più evoluti, con le isole più isolate degli oceani. Già i disservizi postali sono all’ordine del giorno, che si pensi di rimediare consegnando la posta un giorno ogni due è davvero follia. Mi auguro - nel pieno rispetto delle scelte dell’azienda - che siano riviste le decisioni prese e si possa aprire un confronto con i territori», continua Zaia. «Nel febbraio scorso ho sollecitato i vertici di Poste Italiane per segnalare le criticità create dalle chiusure. Con la mancanza dell’ufficio postale vicino a casa, gli abitanti di alcuni territori dovranno percorrere chilometri per pagare le bollette o ritirare la pensione. E non nascondiamoci dietro la scusa che esiste internet: in Italia ancora troppe persone non sono connesse alla rete, figuriamoci poi gli anziani».
«La consegna e il ritiro ogni due giorni», conclude il presidente, «è una scelta insensata e dà l’idea di un’azienda non al passo con i tempi. La logica di mercato vorrebbe che si cerchi di migliorare il servizio e non di peggiorarlo. Per questo la Regione è al fianco dei territori e delle comunità. E accogliamo con soddisfazione la decisione del Tar che, in provincia di Treviso, su richiesta dei sindaci ha ordinato di riaprire alcuni uffici postali. Mi auguro che l’azienda possa rivedere le decisioni prese, nell’obiettivo di mettere al centro gli utenti che devono poter avere un servizio adeguato ai loro bisogni e ai tempi».
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