Zafferano, oro in cucina e per chi lo coltiva

FELTRE. Le coste e i declivi del Bellunese presto potrebbero colorarsi di giallo, viola e pennellate di rosso. Sono i colori dello zafferano, che è arrivato lo scorso anno nelle nostre terre in via sperimentale grazie a un'idea dell'associazione Pedemontana presieduta da Remo Corona, che raggruppa i produttori agricoli del Feltrino. Ma per rendere il progetto vincente, l'idea non poteva limitarsi soltanto a una fetta di territorio. Così lo scorso anno, dopo il primo corso tematico con il botanico Massimiliano Gnesotto, sono stati distribuiti tre quintali di bulbi a una quarantina di produttori di tutta la provincia.
«Il pregio di questa pianta, oltre che prestarsi alle altitudini comprese tra i 400 e i mille metri e ad amare le escursioni termiche, è che non richiede particolari cure», spiega puntualmente Corona, che nasce come apicoltore, «il bulbo viene piantato tra luglio e agosto e il fiore è raccolto a novembre, per un periodo che può variare dalla settimana al mese, mese e mezzo», almeno secondo quanto riportato dai primi coltivatori che hanno aderito al progetto “Zafferano nelle Dolomiti”. «In tutto sono stati prodotti circa 150 grammi di prodotto: se si considera che un grammo può essere usato in piatti per 20, anche 25 persone, fatevi un po' i conti».
Esclusa la manodopera, che può essere familiare visto che il tipo di coltivazione non richiede particolari cure, in pratica ci si ripaga pienamente l'investimento iniziale. «Abbiamo importato una varietà coltivata in Abruzzo, in particolare nella zona di Navelli, perché il clima è simile al nostro», precisa Corona. Importato perché lo zafferano non è una coltivazione tipica, nonostante sia facilmente sostenibile. La prima raccolta di zafferano dolomitico, rigorosamente a mano, è stata fatta nella seconda quindicina di ottobre. «La nostra intenzione è quella di promuovere la coltivazione ed estenderla a molti altri agricoltori bellunesi», esclama il presidente e promotore del progetto, «al momento non siamo reperibili sul mercato perché le quantità prodotte sono troppo piccole, ma stiamo già studiando un'etichetta, un marchio e una linea di confezionamento, che saremo in grado di commercializzare una volta che la rete sarà consolidata».
Per allargarla sono stati organizzati due incontri: una serata informativa, in programma sabato alle 17.30 nella sala riunioni della biblioteca di Cesiomaggiore, dove il presidente di Gente di Montagna Davide Torri si confronterà sul progetto assieme a Remo Corona, al sindaco Michele Balen e a Teddy Soppelsa. Lunedì 20 febbraio alle 20.30 nella sala della pro loco di Busche tornerà Gnesotto per tenere il secondo corso sul fiore. Intanto c'è già un ristorante dove assaggiare i primi stimmi: è il Sagittario.
Francesca Valente
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