Zadra Vetri, 60 dipendenti in cassa integrazione

Ieri l’incontro con l’amministrazione comunale: preoccupa la mancanza di informazioni da parte del liquidatore e l’incertezza sugli ammortizzatori
Il sindaco Incontra i dipendenti della zadra vetri
Il sindaco Incontra i dipendenti della zadra vetri

BELLUNO

«La grave preoccupazione dei lavoratori non deriva solo dalla difficile situazione che stanno vivendo, ma anche dal fatto che mancano totalmente comunicazione e trasparenza da parte del liquidatore della società». Ieri il sindaco Prade ha incontrato una delegazione di lavoratori e i rappresentanti di tre Rsu (due della Cgil e una della Cisl) della ditta Zadra.

L’azienda, dopo la prima cessione di due anni fa alla società di Treviso Tagliapietra 33 spa, conta attualmente una sessantina di dipendenti, i cui posti sono oggi a rischio. E il lavoratori non sanno ancora quale sarà il loro futuro.

«La Zadra srl è ora in liquidazione», sottolinea Andrea Bellotto della Rsu Cgil, «era stato concordato l’affitto del ramo d’azienda dai trevigiani. C’era stato un accenno a un nuovo piano industriale. Ancora parecchio tempo fa avrebbe dovuto esserci un incontro, ma è cambiato amministratore delegato e tutto è saltato. Del resto, ne abbiamo cambiati cinque nel giro di due anni».

Da ieri l’altro i 60 lavoratori della ditta sono in cassa integrazione ordinaria. Una situazione che dovrebbe durare per le quattro settimane richieste, quindi fino a metà marzo.

«Noi non vogliamo fare polemiche», tengono a precisare i lavoratori ricevuti dal sindaco, «abbiamo il massimo rispetto nei confronti dell’azienda che ha creduto nella Zadra. Non vogliamo dare nessuna colpa alla società, lamentarci o dare giudizi sulle mosse che sono state fatte, ma semplicemente vogliamo avere delle certezze sulla fine del rapporto. Chiediamo più trasparenza. Fino a questo momento ci sono stati soltanto accordi verbali. Se dovessimo andare in cassa integrazione straordinaria rischiamo anche di rimanere senza soldi per 7-8 mesi. Vogliamo capire cosa succederà, siamo tutti con famiglia e non possiamo permetterci di restare senza stipendio». Il primo cittadino ha comunicato ieri che si prenderà l’impegno di capire come stanno le cose.

«I lavoratori non hanno alcuna informazione da parte del liquidatore», precisa Prade, «e sono anche nell’impossibilità di cercare un altro posto di lavoro. Da come ho capito l’azienda sarebbe ancora potenzialmente in grado, almeno in parte, di stare sul mercato, diversificando per esempio le tipologie di clientela. Ora bisogna “riequilibrare” la situazione: sul piano informativo, capendo che garanzie ci sono per i lavoratori dal lato degli ammortizzatori sociali. E verificando se nel tessuto imprenditoriale bellunese ci sia qualche realtà che possa subentrare o venire incontro alla ditta Zadra». A breve dovrebbe esserci un altro incontro nella sede di Confindustria tra i rappresentanti di categoria e i vertici aziendali. «Si deve recuperare la giusta priorità tra interessi finanziari e rispetto del lavoro», ha detto il sindaco.

Martina Reolon

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