Voto per il Veneto indipendente Castellavazzo si schiera a favore

CASTELLAVAZZO. Castellavazzo è il primo Comune a sollecitare ufficialmente la Regione per il referendum sull'indipendenza del Veneto: lo ha deliberato giovedì sera il consiglio comunale, durante la seduta in cui si è discusso anche di Imu e rifiuti. «La proposta di legge regionale depositata da Stefano Valdegamberi», dice il sindaco Franco Roccon, «promuove un referendum consultivo sull'indipendenza del Veneto da svolgersi in ottobre. Il popolo veneto può raggiungere risultati come quelli di Scozia, Catalogna, Kosovo e altre esperienze federali. Sarà un processo lungo ma noi dobbiamo sostenere l'autodeterminazione dei veneti. Noi siamo il primo comune su 581 veneti che approviamo un ordine del giorno a favore perché credo che Castellavazzo debba aderire ad un movimento che parte dal basso e può cambiare questa situazione in cui lo Stato centrale è di imposizione e farraginoso. Basta vedere i danni del patto di stabilità e altre gabelle che fanno pagare a noi i debiti degli altri. Questo è per colpa della nostra Costituzione che deve essere cambiata, così com'è io mi sento offeso di rappresentarla».
Nettamente contraria la minoranza: «Abbiamo già chiesto l'autonomia della Provincia di Belluno e la Regione non ci ha supportato, e non abbiamo neppure un assessore bellunese», dice il capogruppo Marcello Mazzucco».
«Per legge», dice Manuel Sacchet, «il referendum consultivo deve essere fatto su materie di competenza del consiglio regionale e questa non lo è. Poi in base ai trattati europei e le varie sentenze della corte costituzionale il quesito del referendum è incostituzionale. E poi cos'è il popolo veneto, è solo nei confini regionali? E anche se fosse ammesso sarebbe un grande spreco di soldi su una materia che non interessa alla gente come dimostrano le ultime elezioni in cui gli indipendentisti hanno preso il 2%».
In aula si è parlato anche della nuova mappatura dei rifiuti a cura di Ecomont che ha fatto registrare la cifra record del 85% di differenziata nel comune, portandolo ai vertici della provincia. Restano però alcune anomalie come 225 famiglie che non hanno fatto alcuno svuotamento, per questo il Comune applicherà loro comunque delle tariffe standard. Poi è la volta dell'Imu che rimane invariata con lo 0,4 per mille sulla prima casa e lo 0,9 sulla seconda,
Unica novità è che l'edilizia residenziale (come gli alloggi Ater) viene equiparata alla prima casa. La minoranza ha chiesto di cambiare al ribasso i paramenti per via dei tempi di crisi ma il sindaco ha detto che non si può: «Come un buon padre di famiglia devo far quadrare i conti, per poter garantire i servizi ai cittadini».
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