Volti lignei e Gnaga: è festa per il Carnevale di Fornesighe

In migliaia nel borgo zoldano per la tradizionale sfilata. Il “Lucifero dantesco” di Zurlo vince il concorso di scultura
Marcella Corrà
Due partecipanti alla sfilata del Carnevale di Fornesighe
Due partecipanti alla sfilata del Carnevale di Fornesighe

I personaggi della Divina Commedia sono stati i protagonisti del 31° Concorso dei volti lignei di montagna, che ha concluso la festa della Gnaga di Fornesighe, il tradizionale carnevale della Val di Zoldo. Lucifero, Caronte, lo stesso Dante e tanti altri volti sono stati scolpiti nelle maschere in legno da una cinquantina di scultori, per lo più semplici appassionati di quest’arte, pochi i professionisti.

Le opere sono rimaste esposte una settimana per il voto della giuria popolare. Ieri migliaia di persone si sono affollate nelle sale della sede del Piodech Zoldan, per ammirare e votare le opere in concorso: tutti in attesa del corteo della Gnaga che nel primo pomeriggio ha sfilato negli stretti vicoli del paese di Fornesighe, tra i caratteristici tabià e i sottoportici per convergere nella piazzetta della latteria.

La maschera di Nicola Zurlo, vincitrice del concorso dei volti lignei
La maschera di Nicola Zurlo, vincitrice del concorso dei volti lignei

IL CONCORSO

È Nicola Zurlo, di Canal San Bovo, il vincitore della maschera d’oro della 31ª edizione del concorso. Il suo “Lucifero Dantesco” è piaciuto alla giuria formata dalla professoressa Milly Fontanella, dalla scultrice di Pordenone Arianna Gasperina, dallo scultore bellunese Italo De Gol e dallo scrittore Dennis Pedrilli. La maschera d’oro è stata assegnata a Zurlo con questa motivazione: “Idea particolare, sviluppata con alto livello scultoreo, profondità della maschera stessa, armonica colorazione con ottime sfumature”. Ci sono poi tre menzioni: a Gianni Maraga di Belluno per “Dante poeta galante”, a Loris Campo Bagatin di Dozza di Val di Zoldo con “Caronte dimonio con occhi di bragia” e a Fulvio Lorenzet di Borgo Valbelluna per “Kobbe”. Il concorso ha patito molte defezioni nel settore giovanile, perché nel periodo del Covid non sono stati organizzati corsi e incontri. Nella categoria giovani è stato premiato Marco De Rocco di Val di Zoldo per la maschera “L’inferno”.

La scultura di Chiara Arnoldo “Occhi di bragia"
La scultura di Chiara Arnoldo “Occhi di bragia"

Il trofeo Ferruccio Mosena è stato assegnato da una giuria interna all’associazione Piodech Zoldan a Chiara Arnoldo di Bragarezza per “Occhi di bragia”. Mentre il premio dei mascherai alpini è andato a Ennio De Bona di Igne per “Il segretario del traghettatore”. Per trent’anni di partecipazione al concorso è stato premiato Pompeo De Pellegrin.

Carnevale di Fornesighe: la vestizione della Gnaga
Carnevale di Fornesighe: la vestizione della Gnaga

IL CORTEO DELLA GNAGA

La Gnaga è una vecchia che porta sulle spalle la gerla da cui esce il volto di un giovane, simbolo dell’inverno che se ne va e del vigore della nuova stagione che arriva. In realtà è tutta una illusione: è il giovane a uscire dalla gerla e a tenere davanti a sè il fantoccio della vecchia. Il giovane si chiama Alberto, è di Fornesighe e veste i panni della Gnaga da 15 anni. Il rito della vestizione dei partecipanti al corteo è all’insegna della più pura goliardia carnevalesca, tra interventi all’ultimo minuto con tenaglie e fil di ferro e santi e madonne declinati in ogni forma.

Giuliano De Pellegrin coordina tutto e distribuisce i costumi; poi alla fine veste i panni del Matazin, coloratissimo e rumoroso per i campanacci attorno ai fianchi, che guida il corteo. Gli altri personaggi sono gli sposi, la balia con il frutto del peccato, l’ampezzana (donna ricca ma licenziosa), il compare e la comare, il podestà, il “coco” (che raccoglie le offerte), l’om salvarech. e molti altri. A fare da cornice migliaia di persone arrivate a Fornesighe da tutto il Bellunese e il Veneto.

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