Vodo: trova due antiche medaglie rovistando tra i cimeli di famiglia

VODO. Una scoperta che inorgoglisce chi l’ha fatta, soprattutto perché si lega verosimilmente alla storia della propria famiglia e del proprio paese. Giovanni Battista (Tito) Belfi “Testa”, di Vodo, ha trovato nella sua casa due rare medaglie, una proveniente da Venezia, l’altra da Vienna. La prima è una medaglia commemorativa del risorgimento veneto del 1848, mentre la seconda è una onorificenza militare dell’Impero austro-ungarico del periodo 1914-1917. Belfi ha subito fatte vedere le medaglie a Giancarlo Soravia “Capoto” di Venas, noto cultore di memorie storiche e curatore di un blog molto seguito, non solo in Cadore (http: //blog-cadorin-bookspietrosoravia. blogspot. com), che ha svolto subito un’accurata indagine.
«Quella veneziana», spiega Soravia, «è una medaglia relativa alla commemorazione del cinquantesimo anniversario dell’epopea di Calvi. Era il 19 gennaio 1898, allorché il consiglio comunale di Venezia, con verbale in possesso di Belfi, preannunciava la costituzione di un comitato di cittadini; e, tra i rappresentanti dei giornali, veniva nominato il più famoso cittadino di Vodo, il fondatore del Gazzettino di Venezia Gianpietro Talamini (1845-1934). Al punto VI della delibera si trova la disposizione “di coniare una medaglia commemorativa della rivoluzione e della difesa predetta da consegnarsi gratuitamente ai veterani del 1848-1849 che vi presero parte onoranda”. È quindi lecito supporre che ad un antenato di Tito Belfi sia stata concessa la medaglia suddetta per aver partecipato a quei fatti d’arme e che la consegna potrebbe essere avvenuta in occasione delle solenni celebrazioni tenutesi appunto nel 1898 in Cadore alla presenza di Zanardelli».
La medaglia di Vienna invece fa parte delle onorificenze dell’Impero austro-ungarico e costituiva un riconoscimento, in oro o argento, al valor militare di ufficiali e sottufficiali, voluto ancora nel 1789 dall’imperatore Giuseppe II e poi rinnovato da Francesco Giuseppe nel febbraio 1915.
«Ritengo che l’esemplare in argento di Vodo», spiega Soravia, «risalga al 1914-1917, ma ignoriamo al momento il perché della sua presenza in casa Belfi. È un fatto comunque abbastanza strano, poiché il padre di Giovanni Battista, ovvero Giovanni Maria, classe 1893, fu caporal maggiore nel 7° Reggimento Alpini e si guadagnò un encomio solenne per l’eroico comportamento tenuto in Val Travenanzes nel luglio 1916». (w. m. )
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi