Villa Maria Ausiliatrice torna a vivere

I nuovi tre blocchi semiautonomi, destinati all’accoglienza religiosa, benedetti dal Patriarca di Venezia Francesco Moraglia

SAN VITO. Inaugurata, dopo la riqualificazione, villa Maria Ausiliatrice a Costa. Dopo poco meno di un anno di intensi lavori, l’edificio torna ampiamente riqualificato, pronto ad ospitare tante persone e gruppi per periodi di vacanza a San Vito.

Al taglio del nastro hanno partecipato il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, il rettore del Seminario don Fabrizio Favaro, il sindaco Franco De Bon, numerosi sacerdoti e fedeli.

«La decisione di affrontare l’intervento non è stata facile», ha ricordato monsignor Moraglia, intervenendo prima della benedizione e dell’ingresso ufficiale al termine del cantiere, «quando si maneggiano soldi della Chiesa o si è disinvolti o si è cauti». Perciò un’attenta valutazione era più che opportuna. La motivazione che ha spinto la Diocesi a sostenere la grande opera, costata più di due milioni, è legata all’uso pastorale che se ne farà.

«È un investimento», spiega il Patriarca, «sia per il Seminario e sia per i gruppi dei formatori nei vari ambiti della Pastorale, che hanno bisogno prima di tutto della molla della fede, ma poi anche di un contesto di strutture».

Due i criteri che sottostanno alla decisione di intraprendere i lavori: sostenibilità economica e significato pastorale.

«L’uno e l’altro», prosegue il Patriarca, «vanno sempre tenuti presente».

Soddisfatto il sindaco De Bon. «Abbiamo un obiettivo in comune», dichiara, «saper accogliere gli ospiti che arrivano a San Vito. È mio impegno valorizzare questo territorio con i “prodotti” che può offrire: montagne, storia, cultura, turismo sostenibile e una frequentazione il più possibile spirituale e culturale. Il vostro lavoro è un esempio qualitativamente virtuoso con anche un apprezzabile riscontro economico per le casse comunali».

Villa Maria Ausiliatrice venne costruita a partire dal 1948 grazie all’intraprendenza e alla generosità di don Angelo Frassinelli che, nel maggio 1959, la donò al cardinale Patriarca perché potesse diventare la sede estiva del Seminario di Venezia che già da qualche anno la frequentava per le uscite dei ragazzi del Minore e dei chierici di teologia. I lavori inaugurati lunedì sono consistiti nell’adeguamento alle normative di sicurezza e nel rifacimento di tutti gli impianti elettrici, termo-idraulici, antincendio; vi sono state poi la sostituzione di tutti gli infissi e l’adeguamento per l’accoglienza di persone con disabilità.

Oggi la casa religiosa si presenta con tre blocchi semi autonomi: una parte da destinare all’affitto in autogestione per gruppi parrocchiali (circa 60 posti letto), una parte per l’accoglienza di gruppi-famiglia, sacerdoti e singoli fedeli in semi autogestione (circa 60 posti letto in camere singole/doppie con servizi privati) e una parte più piccola (circa 10 posti letto) per ospitare piccoli gruppi in autogestione soprattutto nel periodo invernale o per uscite formative nei fine settimana. «Questi 11 mesi di lavoro», conclude monsignor Moraglia, «sono stati un piccolo miracolo umano, quel miracolo che il Signore si attende. Ma il vero grande miracolo è ciò che di buono il Signore saprà fare nella vita delle anime della comunità, anche grazie all’uso di questa casa».

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