Vignato: «È un business ma i turisti cercano altro»

BELLUNO. In ogni reato serve un movente e così si scopre che anche la pesca può essere un business. Nel caso del Piave, però, l’effetto è contrario perché chi ama la pesca sportiva e associa questa...

BELLUNO. In ogni reato serve un movente e così si scopre che anche la pesca può essere un business. Nel caso del Piave, però, l’effetto è contrario perché chi ama la pesca sportiva e associa questa passione al turismo, preferisce habitat il più possibile intatti, anche a scapito del “raccolto”. Lo spiega Renato Vignato, che è tra i firmatari dell’esposto depositato in procura. «Il bacino n. 8 (il tratto di Belluno) è molto rinomato, perché racchiude in pochi chilometri tutta la tipologia della pesca montana. Eppure da qualche anno è proprio questa la zona peggiore del Piave, perché l’allevamento e l’immissione di grandi quantità di trote non autoctone sta devastando la popolazione di trota marmorata». Vignato lamenta, non solo le pratiche contrarie alle norme e alle direttive europee, ma soprattutto l’atteggiamento dell’ente Provincia che ha inserito tali pratiche nella pianificazione ittica “giustificando” chi da una giornata di pesca vuole tornare a casa con il paniere stracolmo.

Ma torniamo ai numeri: ogni bacino di pesca paga alla Provincia una concessione di poche migliaia di euro (1.500 euro all’anno è la media) e introita la quota di associazione che va dai 40 ai 60 euro all’anno a testa e la licenza. In molti casi però, le entrate più sostanziose arrivano dai non associati che chiedono permessi turistici o per residenti. I soldi incassati dal bacino di pesca dovrebbero essere reinvestiti per il ripopolamento delle specie ittiche: «Ma nessuno controlla le semine, nè la gestione del tratto di fiume», dice Vignato e gli avannotti di marmorata costano il doppio degli altri e sono più delicati; per non parlare del pronto pesca, cioè del pesce adulto immesso nel fiume per essere prelevato subito. E basta leggere qualche commento in internet per scoprire che certi pescatori sono fieri di poter portare a casa «50 fario in sole due uscite». (i.a.)

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