Viaggio sui luoghi del genocidio armeno

Tito De Luca e Angelo Dalla Costa raccontano in sala degli Stemmi la loro esperienza

FELTRE. Questo è un anno importante per molti anniversari purtroppo drammatici: il centenario della prima guerra mondiale, il settantesimo della Liberazione e anche i cento anni dal genocidio armeno, che sarà ricordato giovedì 23 in una serata “Sull'Ararat, dove tutto ebbe inizio”, in sala degli Stemmi alle 20.30.

Un incontro con Tito De Luca, scrittore bellunese, alpinista e studioso dell'Armenia e dell'Arca di Noè (fu questo, secondo la Bibbia, il luogo dove si incagliò l'Arca alla fine del diluvio universale), e il feltrino Angelo Dalla Costa, che presenterà anche alcune immagini della sua salita sul monte Ararat (sacro per gli armeni, ma per scalarlo occorre un permesso e la parte armena dove è avvenuto il genocidio, sul versante nord, è proibita).

Questo viaggio è stato lo spunto per approfondire la storia di dello Stato nato nel 1991, ma di antichissime origini. L'iniziativa è organizzata in collaborazione con l'associazione il Fondaco ed è stata accolta con entusiasmo dall'amministrazione, a cui sembra «doveroso creare un momento di riflessione e di conoscenza in città (anzi, due, perché ci sarà una replica venerdì alle 20.30 a Villabruna, nell'ambito dei festeggiamenti per il patrono San Giorgio)».

Verrà proiettato anche un filmato storico incentrato sul popolo armeno e sul genocidio. L'ingresso è libero.

Tito De Luca, per poter fare ricerche, ha persino acquistato un gregge, dando lavoro a un paio di famiglie, in modo da potersi muovere nei luoghi dove indirizzava gli animali. «Mi sono buttato sulla ricerca della storia di questi luoghi», racconta lo scrittore e alpinista bellunese. «Sull'Ararat le fosse comuni sono tantissime e ho calcolato che siano stati uccisi e infoibati oltre 200 mila armeni». (sco)

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