Via il primario di medicina nuove nubi sull’ospedale

AGORDO. «Al dottor Massimo Boaretto è stato dato l'incarico a Belluno e quindi oggi ci ritroviamo senza il primario di medicina». La nuova brutta notizia relativa all'ospedale di Agordo la dà Sisto Da Roit, vicesindaco del comune capoluogo di vallata e presidente del Comitato dei sindaci agordini dell'Usl 1.
Una notizia che alimenta le preoccupazioni sul futuro del nosocomio agordino in attesa delle schede sanitarie e territoriali. «Intanto – dice Da Roit – assistiamo a una continua riduzione di figure professionali che non si sa se verranno sostituite. Questo all'interno di un contesto in cui anche i servizi territoriali presentano una serie di situazioni delicate».
Un argomento, quest'ultimo, trattato nella conferenza dei sindaci dell'Usl 1 del 20 luglio che ha eletto presidente il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro. «Nella Conferenza – dice Da Roit – è stato preso in esame il Piano di zona 2011 che è passato con pochi voti favorevoli e tante astensioni, per prima quella del Comune di Agordo». Il motivo di tale scelta è spiegata dal vice-sindaco. «Abbiamo evidenziato gli aspetti positivi del Piano che nel territorio agordino sono l'assistenza domiciliare integrata, gli sportelli info-immigrati e pass, l'area della marginalità sociale. Tuttavia ci sono delle ombre che si stanno allungando sempre di più».
La prima è quella del consultorio familiare. «La relazione – sottolinea Da Roit – parla di meno personale e meno finanziamenti dedicati che hanno comportato diminuzione dei costi. Ciò però rischia di pesare su qualità e quantità dei servizi. Inoltre ci sono delle lamentele da parte degli utenti sul nuovo professionista del consultorio».
In merito alle adozioni si teme invece che la scelta di concentrare il servizio a Belluno penalizzi una zona già in difficoltà come l'Agordino.
«Lascia poi perplessi – continua Da Roit – che, sulla tutela dei minori, rispetto alle altre aree dell'Usl 1 ci sia un incremento dei casi. Le ore settimanali dello psicologo aumentano da 0 a 8-9 ore a settimana. Il che sembrerebbe positivo, però in passato c'era una convenzione con una psicologa privata di 12 ore. Insomma il tutto va valutato attentamente». Se l'affido in Agordino non sfonda, la neuro-psichiatria continua a rimanere un punto dolente. «I casi sono in aumento da quattro anni – spiega Da Roit – allerta che non sia avvenuta l'integrazione della figura neuro-psichiatrica in Cadore e Agordino e ciò ha fatto sì che alcuni utenti non siano stati presi in carico».
Sul centro diurno il vicesindaco ricorda come burocrazia ed errori di progettazione abbiano fatto sì che quello di Agordo oggi non trovi utenti visto che nel frattempo le famiglie si sono attrezzate diversamente.
Infine la questione case di riposo. «Con l'ok all'ampliamento dei posti e il numero invariato di impegnative – ammonisce Da Roit – in futuro rischiamo di avere tanti letti vuoti con conseguente insostenibilità economica del servizio. Anche noi amministratori abbiamo le nostre colpe e dovremo metterci al più presto attorno a un tavolo. Tuttavia abbiamo chiesto alla direzione sociale dell'Usl 1 di riconvertire e specializzare uno di questi centri con moduli “di respiro” oppure con strutture per casi psichiatrici. Non ci è però mai stata data risposta».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi