Via Guglielmo Tabacchi? No della Soprintendenza

PIEVE DI CADORE. La Soprintendenza di Venezia ha negato l’autorizzazione al Comune di Pieve che voleva cambiare il nome di una via, intestandola al due volte sindaco di Pieve e fondatore della Safilo, Guglielmo Tabacchi.
La Soprintendenza belle arti e paesaggio di Venezia non ha autorizzato il Comune a rendere omaggio al suo cittadino, intitolando alla figura di Guglielmo Tabacchi la strada scelta dalla giunta il 13 marzo scorso: il motivo? La via che inizia da Piazza Tiziano e giunge fino a Piazza Municipio, è considerata una «via storica che deve mantenere la sua intitolazione attuale».
La Soprintendenza ammette però il cambio del nome per la parte riguardante Galleria Centro, una via trasversale lunga 30 metri che collega via Roma con Galleria Centro.
Per la giunta comunale, il cambiamento della sola parte autorizzata non è sufficientemente importante per ricordare la figura di Guglielmo Tabacchi. Ha allora deciso, in accordo con la famiglia Tabacchi, di proporre il cambiamento della denominazione dell’intera Galleria Centro, che inizia da Piazza Tiziano, sul lato est casa Tabacchi, e giunge fino a Piazza Municipio, includendo anche la parte per la quale la Soprintendenza ha già dato la propria autorizzazione.
La figura di Guglielmo Tabacchi, che fu sindaco per due mandati del comune di Pieve di Cadore e fondatore della Safilo, sarà dunque ricordata. La decisione dell’esecutivo è stata presa anche in considerazione che la famiglia Tabacchi aveva espresso il desiderio di ricordare adeguatamente l’emerita figura del fondatore della Ditta “Safilo”.
«Come amministrazione comunale e personalmente come sindaco di Pieve», aveva commentato allora Maria Antonia Ciotti, «è stato ritenuto doveroso intitolare a Guglielmo Tabacchi una via. Una strada che tra l’altro fiancheggia quella che era stata la sua abitazione, perché questa persona, con il suo lavoro, iniziato tra l’altro in un periodo non facile per l’economia italiana, ha saputo far prosperare un’azienda che in pochi anni è diventata un simbolo dell’operosità cadorina. In Cadore si ricorda ancora che quando qualche suo operaio intendeva mettersi in proprio lo aiutava con consigli appropriati affinchè potesse riuscire. È stato un imprenditore illuminato, che ha saputo anche rischiare per portare al successo la sua attività. La giunta ha approvato la delibera, ma ora per l’intitolazione ufficiale, come da prassi, è necessario attendere l’approvazione della Prefettura di Belluno». Invece è arrivata la nota della Soprintendenza e per l’intitolazione non resta che aspettare. (v.d.)
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