Vergani cittadino onorario salvò le miniere dai rifiuti

RIVAMONTE. Il professor Raffaello Vergani sarà cittadino onorario di Rivamonte. La proposta avanzata dall'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Valter Todesco, approderà martedì sera alle 18.30 in consiglio comunale a Rivamonte. Si tratta di una novità assoluta per il piccolo paese della Conca Agordina che fino ad oggi non ha mai tributato ad alcuno una simile onorificenza.
Tuttavia è pure vero che nessuno ha portato il nome di Rivamonte alla ribalta negli studi storici e socio-economici come ha fatto Raffaello Vergani con le sue ricerche sulle miniere di Valle Imperina e sui protagonisti di un'epoca durata almeno cinque secoli.
«Abbiamo considerato l'impegno profuso da Vergani nello studio su Valle Imperina e abbiamo capito l'amore che egli ha riservato alla nostra terra in tanti anni di approfondimenti», spiega il sindaco Todesco «e abbiamo perciò deciso di conferirgli la cittadinanza onoraria. Egli ha riportato l'attenzione su quel patrimonio inestimabile che Valle Imperina rappresenta per Rivamonte e per tutto l'Agordino in un momento in cui il sito stava andando in sfacelo. Di questo gli siamo profondamente grati».
Parole, quelle di Todesco, che trovano riscontro nei fatti.
Le miniere di Valle Imperina vennero chiuse dalla Montecatini nel 1962. L'alluvione del 1966 determinò il progressivo degrado degli edifici abbandonati con la fine dell'attività mineraria. La Comunità montana aveva addirittura individuato la zona come luogo dove realizzare una discarica.
Se questo non è accaduto il merito è sicuramente di tanti enti (il Comune di Rivamonte che acquistò il centro nel 1988, la Comunità montana, il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi) e associazioni (Club Unesco Agordino) che negli anni hanno investito risorse economiche e umane per il recupero (non ancora completato) di un sito che attende ora la meritata valorizzazione culturale e turistica.
Forse, però, nessuno si sarebbe mosso se un professore dell'università di Padova, di origine trevigiana, ma con un po' di sangue zoldano nelle vene, non avesse riconosciuto in «quei pochi edifici deserti e cadenti le vestigia di quello che è stato nei secoli passati uno dei maggiori centri minerari e metallurgici dell'area veneta» e non avesse sensibilizzato l'opinione pubblica con articoli e lettere su riviste e quotidiani al fine di ridare dignità a un capitolo fondamentale della storia della vallata.
Sono numerosi gli studi che dagli anni '70 in poi Vergani ha rivolto a Valle Imperina in prima persona e quelli che ha stimolato nei suoi studenti. Su tutti va ricordato il volume “Miniere e società nella montagna del passato” del 2002, in cui spicca “Una comunità mineraria di montagna: Riva d’Agordo”, uscita nel 1983 nei prestigiosi Annali della Storia d’Italia Einaudi.
«Martedì» annuncia il sindaco «verrà approvata la delibera, ma la consegna della pergamena con le motivazioni avverrà in una cerimonia ad hoc che stiamo organizzando».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi