Veneto Strade: «A marzo stop ai servizi»

AURONZO. Veneto Strade respinge al mittente le critiche alla gestione dello sgombero neve partite dagli edili di Confindustria, che avevano contestato sia disservizi ad Auronzo e Misurina sia l’affidamento dell’appalto ad una ditta di Chioggia.
«Capisco le lamentele dei cittadini e dei Comuni sulla scarsa efficacia dello sgombero neve nel Bellunese», è la risposta del direttore generale di Veneto Strade, Silvano Vernizzi, «non capisco, invece, le lagnanze demenziali di Confindustria e dell’Ance che criticano il sistema di gestione degli appalti per lo sgombero della neve, basati sul massimo ribasso. Questi signori dovrebbero ben sapere che il massimo ribasso è obbligo per normativa nazionale, ed è noto che la loro componente di categoria ha una grande influenza nelle decisioni governative e parlamentari. Si muovano loro quindi a livello nazionale per modificare la normativa e la smettano di fare lamentele prive di alcun significato».
«Ricordo inoltre a Confindustria Belluno», ammonisce Vernizzi, «che attualmente la Provincia di Belluno da a Veneto Strade una garanzia di 4,3 milioni di euro contro i 15 milioni che la stessa dovrebbe trasferirci. Se non ci saranno novità, a marzo sospenderemo i servizi; servizi che attualmente possono essere garantirli solo per gli importi erogati dalla Provincia. Mi sembra questo un tema più importante per Confindustria Belluno rispetto al fatto che una loro ditta non abbia vinto una gara per lo sgombero neve. Infine si tiene a precisare che la stessa ditta si è aggiudicata anche per Anas lo sgombero neve e comunque, per i ritardi degli interventi relativi all’ultima nevicata, le sono state applicate le sanzioni previste dal contratto d’appalto».
A fianco degli edili dell’Ance, però, scende in campo anche Confartigianato Belluno. «Evidentemente - spiega il presidente Giacomo Deon - dell’esperienza dello scorso anno dell’interruzione delle linee elettriche e dei ripetuti conseguenti black out a un anno di distanza chi assegna gli appalti non sembra averne fatto tesoro. Finché i lavori andranno - sempre per l’infausta regola del massimo ribasso - ad aziende non bellunesi i problemi non potranno che ripetersi. Ma se errare è umano, perseverare è diabolico. È, dunque, ora di dare una sterzata e di invertire un’abitudine troppo consolidata. La denuncia dell’Ance di Belluno di questo problema non può che trovarmi concorde».
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