Veneto orientale allagato Resta la paura per i fiumi

PORTOGRUARO. Dopo i gravi disagi di sabato c’è stata l’attesa e sperata svolta nell’emergenza maltempo nel Veneto orientale, anche se le previsioni meteo, dopo una breve tregua, annunciano ancora piogge in settimana. A Portogruaro i fiumi Reghena e Lemene sono calati; il Livenza non dà preoccupazioni, solo il Fosson e il Malgher a San Stino e il Loncon tra Annone e la zona della Contarina continuano a destare preoccupazione. La circolazione ferroviaria sulla Venezia-Trieste è stata ripristinata, come anche sulla Portogruaro-Treviso sebbene non siano mancati i disagi.
Conta dei danni. Per le case di San Stino si parla di centinaia di migliaia di euro, mentre la stima di spese del Consorzio di Bonifica supera di sicuro il mezzo milione. Solo queste due voci fanno schizzare le spese per l’emergenza oltre il milione e mezzo, per non parlare dei danni in agricoltura. Si è calcolato che su centomila ettari del mandamento Portogruarese, ben diecimila sono ricoperti dall’acqua. Il 10% del territorio si è trasformato, dunque, in un’immensa palude.
Portogruarese. La città del Lemene forse nemmeno nel ’66 aveva patito i disagi che si sono presentati in questi giorni con esondazioni a Borgo Sant’Agnese, a Pradipozzo, Summaga, Lugugnana, e poi in centro storico in piazzetta della Pescheria, calle Beccherie, via Camucina. Pochi i precedenti. Uno è abbastanza vicino, il Santo Stefano 2013, quando l’acqua invase i mulini, ma non come nel marzo 2012 o nei giorni caldi dell’alluvione di autunno 2010. Ieri Lemene e Reghena si sono abbassati di quasi un metro, così come il Versiola, che venerdì e sabato aveva inondato Borgo Sant’Agnese. L’emergenza, per il sindaco Antonio Bertoncello si è conclusa. «Solo ai mulini si sono verificati danni importanti» ha detto, «per il resto si è trattato solo di disagi. Oltre alla protezione civile c’è stato un grande senso civico da parte di molti cittadini, che hanno contribuito a sistemare i sacchetti di sabbia oltre seimila, nei luoghi indicati dai nostri tecnici. Oggi valuteremo eventuali iniziative risarcitorie. Per adesso non posso sbilanciarmi».
San Michele e Caorle. Il Tagliamento non desta preoccupazioni, ma altri corsi d’acqua anche ieri hanno creato problemi, come i canali Taglio e Fanotti, al confine con Lugugnana. I trattori hanno pompato a più non posso per impedire che le case finissero nuovamente a mollo. Nella parte alta del territorio la fase più critica si è però vissuta a Villanova della Cartera, al confine con il Friuli. L’area golenale del Tagliamento è stata completamente invasa dall’acqua, e solo ieri nel pomeriggio sono l’emergenza è cessata. A Bibione verranno valutati con attenzione eventuali danni provocati dalle mareggiate, definite importanti come quella di dicembre. Mareggiate non invasive in quel di Caorle, il cui territorio era già saturo per le precipitazioni delle scorse settimane. A patire le peggiori conseguenze sono stati i terreni agricoli di Ottava Presa, Marango e del comprensorio di Brussa.
Concordia Sagittaria. Chi invece è un po’ arrabbiato è il sindaco di Concordia, Marco Geromin. Il calo del Lemene è stata una boccata d’ossigeno, perché nel contempo sono calati i livelli anche dei canali consortili. «Non abbiamo patito danni, tuttavia spedirò entro breve una lettera a Genio Civile e Regione per chiedere di investire», fa presente Marco Geromin, «per rimettere in sicurezza le sponde del Lemene in centro storico. Inoltre chiederò vengano apportati lavori di sistemazione a Sindacale, dove sono presenti alcuni fontanazzi. Non chiederò lo stato di calamità, ma Regione e genio devono intervenire». A ridosso del Loncon, al confine con la Contarina, il consorzio ha rimesso in funzione un vecchio impianto idrovoro a diesel degli anni ’30, perfettamente funzionante.
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