Valle dell’Ardo, un progetto per svilupparla

Alessandro Farinazzo: «Tra le ipotesi un albergo diffuso tra Bolzano Bellunese, Tisoi e Gioz»

BELLUNO. «Valorizzare le località del nostro territorio è una priorità, ma sappiamo bene che mancano le strutture. Ecco allora che è necessario puntare su questo aspetto».

Alessandro Farinazzo, presidente della sezione di Belluno del Cai, ne è convinto: bisogna colmare questa carenza, che riguarda un po’ tutta la provincia.

E anche luoghi che a Farinazzo sono particolarmente cari, vale a dire la Valle dell’Ardo e il monte Schiara.

«La scorsa primavera», ricorda, «è stato presentato dalla Comunità montana bellunese un progetto per sviluppare la Valle dell’Ardo. Ora è fermo e deve essere presentato al Comune».

Un progetto che mette in risalto Prà de Luni come punto di partenza per la valle della Schiara e che prevede la realizzazione di una zona pullman, un’area camper e un’altra con la possibilità per i visitatori di cambiarsi e lavarsi, reception e punto informazioni.

Ma Farinazzo fa notare che, se queste idee andranno a realizzarsi, si potrà ambire a qualcosa di ancora più grande: un albergo diffuso tra Bolzano Bellunese, Tisoi e Gioz.

«Saremo così in grado di gestire e accogliere un centinaio di persone (è già stato fatto un censimento per valutare il numero di case e disponibilità)», dice ancora il presidente del Cai di Belluno, «e dare avvio a diverse escursioni, come dal Pont de la Mortis, esempio tipico di architettura antica bellunese, per poi arrivare al Bus del Buson, luogo straordinario».

E il territorio bellunese, secondo Farinazzo, si sposta perfettamente con un turismo legato all’albergo diffuso: «Un vero e proprio albergo, ma sentendosi a casa propria. E più di un bed & breakfast, in quanto non frutto di iniziative isolate, ma di una rete».

Farinazzo pensa anche a una valorizzazione del ponte naturale che funge da collegamento tra il Col di Roanza e Bolzano Bellunese, anticamente unico passaggio tra le due sponde dell’Ardo.

«Un altro obiettivo a cui punto è far partire dalla Valle dell’Ardo l’Alta via delle Dolomiti numero 1. Se decolla Prà de Luni e il progetto di albergo diffuso, questo diventerebbe possibile. Sentirò la provincia in merito».

«Solo se si parte da questi presupposti si può veramente parlare di Patrimonio dell’umanità Unesco», commenta Farinazzo.

«E se creiamo le strutture ricettive, oltre a poter accogliere visitatori, daremo lavoro ai giovani, aspetto di non poco conto in questo periodo di crisi. La montagna può diventare un fattore di unione». (m.r.)

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