Valanga dalla Nord della Marmolada spazza via il rifugio Pian dei Fiacconi
MARMOLADA
Una valanga dal fronte di circa 600 metri è scesa lunedì dalla parete Nord della Marmolada, investendo la zona di Pian dei Fiacconi e travolgendo il rifugio, che ha subito danni pensatissimi.
Nessuna persona è rimasta coinvolta ma la struttura a quota 2.626, chiusa da fine estate, è stata colpita in pieno.
La massa nevosa ha divelto il tetto ed è entrata nei locali causando grossi danni all’intera struttura. Comprensibile lo scoramento del titolare, Guido Trevisan (guida alpina) che in un video diffuso sui social, mostrando il rifugio distrutto, ha dichiarato: «Vent’anni di lavoro buttati».
In tutto questo tempo, infatti, Trevisan si è impegnato, assieme ai soci, con tenacia e passione all’insegna della sostenibilità in alta quota, per far diventare il Pian dei Fiacconi un importante punto di riferimento per alpinisti ed escursionisti d’estate e, da metà febbraio ai primi di maggio, per tanti scialpinisti.
Divelta dall’impatto della neve anche la stazione a monte della cestovia del Fedaia (chiusa dal settembre 2019 per fine vita tecnica), mentre risulta coperto dal manto bianco, ma sembrerebbe privo di danni, il rifugio Ghiacciaio Marmolada, che si trova poco sopra il Pian dei Fiacconi a 2700 metri.
È stato l’equipaggio di un elicottero che sorvolava la zona a dare l’allarme nel tardo pomeriggio di lunedì. Sono stati così allertati gli uomini del soccorso alpino dell’alta Fassa che hanno verificato l’assenza di auto nei parcheggi del Fedaia e di persone in zona, ma, dato il sopraggiungere del buio, hanno constatato l’accaduto solo ieri mattina.
Nei giorni scorsi, per l’alto pericolo di slavine era stata chiusa la strada del Fedaia e l’area era tenuta sotto controllo.
«La zona è monitorata», spiega Luigi Dantone della commissione valanghe di Canazei, «perché precipitazioni nevose abbondanti e sbalzi di temperatura creano le condizioni per il verificarsi di slavine, specie al Fedaia. Ieri, infatti abbiamo appurato, con un sopralluogo in elicottero, il fronte nevoso che probabilmente lunedì si è abbattuto sul rifugio Pian dei Fiacconi, senza investire, sembrerebbe, il rifugio Ghiacciaio Marmolada. Rilevamenti sulla portata del distacco e sui danni causati, da parte della Provincia, sono in programma nei prossimi giorni».
Sul fatto che la valanga in Marmolada sia avvenuta lunedì o, per lo meno, che sia stata l’unica di questi giorni, pone qualche dubbio Aurelio Soraruf, titolare dell’Hotel Castiglioni Marmolada al Fedaia e di Capanna Punta Penia (3.343 metri) in vetta alla Regina delle Dolomiti.
«Osservo spesso la parete Nord della Marmolada», spiega, «che conosco bene. Perciò la settimana scorsa dopo le nevicate, appena si sono diradate le nubi, ha puntato il binocolo sulla montagna, tanto più che il 5 o il 6 dicembre, verso le 22, ho sentito il rumore di una slavina. Osservando la parete, la situazione a Pian dei Fiacconi mi pareva diversa dal solito e così successivamente ho mandato anche un messaggio a Guido Trevisan». —
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