Vajont, Longarone è risorta con i lavoratori

In chiesa 750 candele per le famiglie scomparse. Don Bernardi: «Grazie a chi è venuto a vivere qui»

LONGARONE. Il lavoro come forza della ricostruzione è il messaggio forte della veglia della notte del 9 ottobre.

Quest’anno la manifestazione è stata preceduta dall’invio di 4000 cartoline distribuite a tutti i lavoratori della zona industriale, un’iniziativa del parroco di Longarone don Gabriele Bernardi che fungeva da invito e nel contempo da ringraziamento per l’azione del lavoro come segno di vita e rinascita. Prima dell’inizio, la chiesa di Longarone è stata addobbata all’esterno da una serie di luci che seguivano la forma dell’onda su cui è modellata l’architettura dell’edifico. Poi la celebrazione, da sempre il momento più intimo e sentito dai longaronesi, un ricordo silenzioso e senza discorsi ufficiali nella notte che rievoca la memoria con numerosi lumini che simboleggiano le vittime.

L’evento è stato diviso in due parti per rappresentare la tragedia della morte prima e, poi, la rinascita. Prima sono state accese circa 750 candele per rappresentare le famiglie cancellate dal disastro, alcune completamente spazzate via dall’onda distruttrice. Alcuni giovani, intervallati dai lettori che hanno annunciato i nomi e alcune riflessioni, le hanno accese e poi spente.

Presenti anche altre candele, più grosse, che hanno simboleggiato le varie aziende presenti a Longarone prima del 1963 (come la Faesite a la Procond), che già all’epoca era uno dei centri produttivi più attivi della provincia. Successivamente il messaggio di speranza, quando sono arrivate nuove candele accese a indicare tutte le nuove famiglie e persone giunte a Longarone durante la ricostruzione, spinte specialmente dalla nuova industrializzazione. «Quest’anno vogliamo fare un atto di riconoscenza», ha ricordato il parroco don Bernardi, «per tutti i lavoratori che sono a Longarone, che con la loro presenza danno la vita a Longarone. Dopo il Vajont il nostro paese aveva bisogno di risorgere e molti sono arrivati da fuori, spinti soprattutto dalla costituzione della zona industriale che ha dato molte opportunità. A loro e a tutti quelli che sono oggi lavoratori va il nostro più sentito ringraziamento».

A seguire il rintocco della campana, alle 22 e 39, che ancora una volta ha suggellato nel silenzio il ricordo di 52 anni fa. (e.d.c.)

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