Unisono, cambio gestione Belle Epoque, tempi lunghi

Il proprietario Ferrari Bravo ha trovato i nuovi gestori che riapriranno in ottobre Per palazzo Gazzi il Comune valuta se eseguire una ristrutturazione più completa
FELTRE. La ristorazione di piazza Maggiore tra stallo e rinascita. È ancora in stand-by l’affidamento della gestione dell’ex Belle Epoque all’interno di palazzo Gazzi, di proprietà del Comune che sta valutando l’ipotesi di alleggerire la spesa iniziale a carico dell’affittuario rifacendo gli impianti per garantire la consegna dei locali senza la necessità di interventi strutturali. In base all’ultimo bando, questi costi vengono scorporati un po’ alla volta dall’affitto, ma pesano comunque sull’investimento per avviare l’attività, considerando anche che dopo la dismissione di tutti gli arredi, le stanze sono al grezzo e gli interni devono essere riallestiti a carico dell’esercente.


«Stiamo chiedendo agli uffici di fare un computo economico», dice l’assessore Valter Bonan, «per capire quanto potrebbe essere l’importo per la riqualificazione generale degli spazi». Si prepara invece a cambiare gestione il ristorante dell’Unisono. Come la maggior parte dei cittadini che frequentano la zona avrà notato, il locale ha chiuso dopo l’aperitivo di sabato 26 agosto di saluto e ringraziamento dopo quattro anni dell’ultima gestione. Il proprietario Nicolò Ferrari Bravo ha già trovato chi è pronto a subentrare, una coppia che riaprirà nella seconda metà di ottobre. Questa la prospettiva.


È previsto un mesetto per fare qualche lavoro di manutenzione e poi si aspetta la data ufficiale di inaugurazione. «Come società (la Unisono srl, che si occupa dell’attività commerciale) diamo il locale in affitto d’azienda (ristorante e bar)», spiega Nicolò Ferrari Bravo, che si augura un rilancio di piazza Maggiore: «Ci sono le manifestazioni estive che richiamano gente, ma per il resto c’è poco passaggio e d’inverno la situazione è difficile. Speriamo anche che riapra l’ex Belle Epoque. Una sola attività fa fatica, ce ne vorrebbe almeno un’altra nella piazza. Uno più uno in questo caso dà tre, non due».


La questione dell’assegnazione del ristorante di palazzo Gazzi non è facile da sbloccare, anche se le manifestazioni d’interesse non mancano. Ma ora bisogna ripartire da capo, dopo che all’inizio di quest’anno è venuta a cadere l’opzione legata alla cordata di imprenditori che per questioni interne non è riuscita a dare seguito al progetto vincitore del bando.


Raffaele Scottini


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