Una tromba d’aria spazza via il festival

Heineken Jammin', alle 17 arrivano quindici secondi di terrore ed è la devastazione nell’area rock, mentre la viabilità della terraferma precipita nel caos
Un traliccio crollato all'Heineken Jammin' Festival di Mestre
Un traliccio crollato all'Heineken Jammin' Festival di Mestre
MESTRE.
Quindici secondi che spazzano via l’Heineken Jammin’ Festival, fanno crollare otto torri acustiche sul pubblico e mandano venticinque ragazzi, due dei quali gravi, all’ospedale. Diciannove ancora ricoverati. Una strage sfiorata, per una tromba d’aria che si è abbattuta intorno alle 17 sulla zona, ma forse anche per l’imperizia nello zavorrare gli otto tralicci alti venti metri, posti a sostegno delle casse acustiche e degli schermi. Una tromba d’aria che proseguendo nella sua corsa ha sradicato una decina di platani nella zona dei Pili, uno dei quali ha colpito un’auto e un pullman dell’Actv senza causare feriti gravi.


Poi è stato il caos, all’interno del parco e sulle strade. Grida, ragazzi che scappano sotto l’acqua che cade torrenziale e la grandine che picchia i corpi seminudi dei giovani che stanno aspettando il prossimo concerto. Ragazzi che aiutano altri a scappare. Altri che sollevano assieme ai poliziotti i tralicci sotto ai quali ci sono amici imprigionati con le gambe spezzate. E poi le sirene delle ambulanze, dei camion dei vigili del fuoco, di polizia e carabinieri. Mentre tutto attorno si paralizza. La rete viaria e quella telefonica. Migliaia di chiamate sui cellulari mandano in tilt la rete. E l’angoscia, tra chi sta a casa, cresce con le prime notizie lanciate da televisioni e radio.


E tutto per quindici secondi in cui il vento ha soffiato a duecento all’ora, ha spezzato parte dei cavi che tendono il palco principale, ha fatto volare le torri, cadere una gru con i fari e ha cancellato il sogno di Mestre di diventare la capitale italiana del rock.

Ma in questo inferno, dove solo il caso ha voluto che non ci fossero morti, la macchina dei soccorsi ha funzionato. I contusi più leggeri sono stati assistiti negli ambulatori da campo della «Croce Amica On» che cura all’interno del Festival l’assistenza medica. Gli altri sono stati portati negli ospedali di Mestre, Dolo e Mirano. Diciannove ancora ricoverati. Operazioni di soccorso che in mezz’ora hanno permesso di portare negli ospedali tutti i feriti. E c’è da registrare l’incursione di sciacalli, che hanno approfittato del caos per depredare le borse, gli zaini e quanto i ragazzi scappando avevano lasciato sul prato. Alcuni sono stati fermati dalla polizia, altri sono stati picchiati da ragazzi li avevano visti in azione.


Evacuati i feriti, l’organizzazione ha cominciato a far defluire i ventimila presenti all’interno del parco. Mentre in senso opposto arrivano le squadre dei vigili del fuoco. Con mille difficoltà hanno raggiunto anche via della Libertà dove gli alberi caduti hanno bloccato la strada isolando Venezia dalla terraferma. Devono intervenire i pompieri del centro storico con le barche. Infatti i loro colleghi di Mestre non riescono a raggiungere il posto. Il traffico è impazzito. Per quattro ore è stata la paralisi completa. Le stazioni ferroviarie di Mestre e Venezia sono state prese d’assalto. Santa Lucia per chi deve lasciare Venezia, quella di Mestre dai ragazzi che scappano dall’inferno del Heineken Jammin’ Festival.


Poi l’arrivo al parco del pm Francesco Saverio Pavone, del sindaco Massimo Cacciari, del prefetto Guido Nardone. Il pm decide il sequestro delle torri, dell’area circostante e poi del palco principale. Questo, danneggiato dal vento che ha spezzato alcuni cavi di sostegno. Quindi l’inizio delle trattative per non bloccare tutto. Il sindaco spinge per mantenere il concerto di Vasco Rossi. Minuto dopo minuto matura la certezza che il Festival sta per essere cancellato. Prima la sospensione del concerto serale. Poi quello di oggi. E poi la resa finale: si chiude. Niente Vasco, niente rock, fine di un sogno per Mestre.


«Non siamo in grado di proseguire la manifestazione,non riteniamo sicure le condizioni del palco - dice Roberto De Luca di Milano Concerti, la società organizzatrice del Heineken Jammin’ Festival - avevamo pensato di spostare il concerto di domenica sul secondo palcoscenico, ma il pubblico previsto sarebbe stato troppo numeroso per non permettergli di entrare nelle aree sotto sequestro intorno alle torri crollate. Per questo motivo siamo costretti ad annullare la manifestazione».

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